Eroe della pandemia. Senza risarcimento

Medico mugellano è morto per il Covid. Per l’assicurazione non è un infortunio sul lavoro: la battaglia della moglie e della figlia. .

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FIRENZE

"La memoria e il ricordo del medico di base di Scarperia morto per Covid non può convivere con una querelle giuridica tra assicurazioni: alla moglie e alla giovane figlia sia dato accesso al fondo dedicato istituito dalla Protezione civile".

Così Roberto d’Ippolito, avvocato e presidente dell’associazione "Politica, Ora!", interviene sulla vicenda del dottor Giandomenico Iannucci, medico che lavorava a Scarperia e San Piero, in Mugello, deceduto lo scorso 2 aprile per il Covid-19.

Secondo le assicurazioni presso cui aveva stipulato la sua polizza professionale non si tratterebbe di infortunio per lavoro, il suo: una beffa, dunque, sotto il profilo risarcitorio per chi è rimasto. Ma anche un affronto a tutti quelli, come il medico mugellano e tantissimi altri sanitari in tuta Italia, che hanno combattuto in prima linea l’emergenza da cui stiamo faticosamente uscendo.

"Una questione che riguarda tutti i sanitari e i particolar modo i medici di famiglia, in prima linea in questa emergenza sanitaria - ribadisce D’Ippolito -. E’ necessario tutelare la loro professione e soprattutto riconoscere il difficile ruolo di primo presidio che nell’emergenza sanitaria ancora in corso abbiamo visto essere fondamentale. La solidarietà è stata sbandierata ovunque, li abbiamo chiamati eroi, e quando si chiede conto di tutta questa disponibilità ci si scontra con la burocrazia".

Il fondo a cui ipotizza di poter attingere il legale, è nato con lo scopo di aiutare le famiglie dei sanitari che hanno perso la vita e ha raccolto i contributi di imprese e singoli cittadini.

"Esiste questo fondo dedicato al sostegno delle famiglie di medici e infermieri morti sul lavoro - ricorda D’Ippolito - utilizziamo per aiutare la vedova del dottor Iannucci e la giovane figlia".

Di origini abruzzesi e residente a Montorsoli, nel comune di Sesto Fiorentino, avrebbe compiuto 64 anni l’11 aprile. Figura cara alla gente del Mugello, era stato anche nel consiglio della Medicoop, cooperativa che riunisce i medici di base del territorio.

Iannucci era stato ricoverato il 18 marzo in ospedale dove sembrava avesse manifestato qualche miglioramento. Invece la morte lo ha strappato ai suoi cari. Era il 2 aprile, i giorni più duri: i giorni in cui chi ha potuto ha limitato le uscite e i contatti. Ma anche i giorni in cui, quelli come il dottor Iannucci, non potevano rinunciare all’attività per cui avevano prestato giuramento, vista l’incessante avanzata della pandemia.

A seguito del contagio, vennero immediatamente sanificati gli ambienti ambulatoriali dove operava. La ricerca dell’Asl Toscana Centro sui contatti comportò l’isolamento per un paio di settimane di una trentina di persone, tutte mugellane. Anche la sua famiglia è stata inevitabilmente costretta alla quarantena.

ste.bro.

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