Erminia Manelli Una patriota leggendaria

Biancastella

Antonino

La storia di questa grande eroina risorgimentale non è supportata da documentazione storica, ma da quanto hanno raccontato cronisti e scrittori a partire dal XIX secolo. Tutti la identificano col suo nome, Erminia Manelli, definendola una ventenne fiorentina che nel 1866 si sostituì al fratello ferito e combatté al suo posto con incredibile coraggio nella battaglia di Custoza. Di lei non si può attestare altro, ma la sua vicenda, citata anche in un articolo pubblicato nel 2000 in una seria rivista di studi storici, è così singolare, anche se non unica, che vale la pena di essere ricordata. La guerra contro l’invasore, come nel nostro Risorgimento, non conosce generi e l’amore per la patria non è solo roba da uomini. Doveva pensarlo anche la giovane Erminia, quando leggeva le lettere dal fronte di suo fratello caporale dei bersaglieri, mentre lei, inutilmente, aveva chiesto ai suoi genitori di partire come crocerossina. Così quando lui, ferito, tornò a casa per curarsi, approfittò della situazione, si tagliò i capelli, indossò la sua divisa da caporale, prese il fucile e fuggì per raggiungere il battaglione. Durante il viaggio in treno, vuoi per la statura, la figura esile e la somiglianza con suo fratello, ma soprattutto per quei gradi da caporale che incutevano soggezione nei giovani soldati che andavano al fronte, riuscì a passare senza destare sospetti e lo stesso accadde quando si ritrovò nella camerata. Il giorno della battaglia arrivò presto ed Erminia, felice di contribuire alla liberazione di Venezia, si buttò nella mischia sul campo di Custoza, distinguendosi per il suo valore, ma fu ferita e, creduta morta, rimase sul terreno tutta la notte. Il giorno dopo un medico austriaco si accorse che "quel soldato" gravemente ferito era ancora vivo; portato in ospedale scoprirono che si trattava di una giovane donna ma purtroppo non riuscirono a salvarla. Quando fu seppellita a Firenze, i genitori e le amiche la piansero per giorni. Inutile sottolineare che tutti coloro che hanno raccontato la vicenda hanno messo in risalto il "virile ardimento" della giovane Erminia. Forse le donne non sono coraggiose?

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