Shangai, Forbes incorona un under 30. "Non sono un cervello in fuga"

Enrico Iaria, un percorso di studi tutto fiorentino, è tra "i più influenti in Cina"

Enrico Iaria

Enrico Iaria

Shangai, 14 agosto 2018 -  Ha compiuto  trent’anni da poco ma si è già guadagnato un posto nell’Olimpo dei giovani più influenti della Cina. La sentenza arriva direttamente dall’edizione cinese della rivista Forbes, una sorta di bibbia per sapere tutto sull’economia mondiale, che ha inserito Enrico Iaria nella lista degli under 30 più talentuosi del Paese asiatico. Si tratta di ragazzi che con la leadership, i successi imprenditoriali e le innovazioni contribuiscono allo sviluppo economico della nazione.

Enrico, se lo aspettava?

«È un riconoscimento che mi fa un enorme piacere, forte del fatto che negli anni Forbes China ha inserito in classifica quasi esclusivamente giovani cinesi, in 7 edizioni si sono contati soltanto 12 stranieri, su un totale di 1050 giovani. Ed è la prima volta che entra in classifica un italiano. Il mio nome è stato incluso nella categoria ‘Innovazione sociale’».

Enrico, lei è nato e cresciuto a Palermo ma con un percorso di studi tutto fiorentino.

«Firenze mi ha dato una grande opportunità. Mi sono laureato in Scienze politiche alla Cesare Alfieri. Ho discusso una tesi col professor Luciano Segreto sul sistema bancario cinese. È stato lui a gestire il programma con l’università di Shangai».

Da Firenze a Shangai, come è successo?

«Il corso prevedeva un master di un anno in Economia e gestione aziendale alla Shanghai Normal University. Da allora, era il 2011, sono in Cina».

A Shangai cosa fa?

«Ho fondato e sono ad di DooPlus Group, un’azienda dedita a supportare le startup, soprattutto quelle che si occupano di innovazione sociale. L’obiettivo è farle crescere all’interno del complesso tessuto economico cinese. Inoltre ho due cattedre all’università di Shanghai, una in Marketing, Business Communication e l’altra in Public Speaking».

Rifarebbe il percorso di studi partendo da Firenze?

«Senza dubbio. Ci sono diversi aspetti che si potrebbero migliorare ma rifarei tutto. È fondamentale un percorso di studi in Italia corredato da un’esperienza all’estero» Si sente un cervello in fuga? «No. È solo un momento della mia vita in cui sto acquisendo un’esperienza lavorativa. Però mi piace pensare che un domani questo bagaglio potrò metterlo al servizio del mio Paese».

Serena Valecchi

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