"Emergenza 118, il territorio resta coperto" L’Asl tranquillizza, ma i medici non ci stanno

Botta e risposta sui tagli previsti alle postazioni fisse sul territorio provinciale: "La rete sarà comunque sovradimensionata"

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di Lisa Ciardi

"La rete dei professionisti sul territorio rimarrà ampiamente sovradimensionata, mantenendo la sicurezza e la qualità del soccorso che ha sempre garantito". Lo sostiene la Asl Toscana Centro rispondendo alle durissime critiche arrivate in questi giorni a proposito dei tagli previsti alle postazioni di emergenza medica 118. Ad attaccare il piano sono stati in primis i dottori del 118, ma anche gli infermieri dei Cobas e i sindaci di Greve in Chianti, San Casciano in Val di Pesa e Barberino Tavarnelle, insieme alle locali associazioni Avg, Anpas e Misericordia. "Il sistema di emergenza territoriale si basa su mezzi con soccorritori volontari e su mezzi con professionisti sanitari, medici e infermieri – spiegano dalla Asl -. I mezzi con medico o infermiere a bordo sono definiti "avanzati": non viene fatta distinzione sulla composizione della squadra di professionisti in servizio e il numero delle postazioni 118 sul territorio è definito nel contesto del Dm 70. Per quello che riguarda l’attività di soccorso ai cittadini del territorio del Chianti, gli interventi di rimodulazione della rete avverranno in condizioni di assoluta sicurezza: il numero di mezzi con operatore sanitario, anche quelli con medico a bordo, resterà infatti ben al di sopra degli standard previsti".

La Asl Toscana Centro insomma non considera la modifica un impoverimento del servizio ai cittadini. "La rimodulazione – si legge nella nota - è inevitabile e improcrastinabile per le gravi carenze di personale medico, che non è reperibile come in tutto il Paese. Non prevede però di ridurre il numero di mezzi di soccorso avanzato: tre sono e tre rimarranno. Ci sarà la trasformazione di un’ambulanza che avrà gli infermieri 24 ore su 24, mentre le altre due continueranno a essere con il medico a bordo. Non si deve parlare in alcun modo di un ripiego a proposito del sostituire il medico con l’infermiere: si tratta di professionisti complementari che lavorano in stretta collaborazione e con modalità multi-professionale, come avviene da tanti anni in ospedale. È vero che dove il mezzo di soccorso avanzato avrà a bordo un infermiere non sarà possibile espletare attività di primo soccorso, ma tali interventi sono pochi al giorno e comunque rimarranno attivi nelle sedi dotate di postazione con medico, senza obbligare i cittadini a presentarsi in pronto soccorso".

Non la pensa così il dottor Jacopo Scala, responsabile del settore emergenza dello Snami, il Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani, che ha promosso una petizione contro la riorganizzazione del servizio. "Si continua a dire che le modifiche ipotizzate sono indispensabili a causa delle nostre ferie – dichiara – quando avevamo dato la nostra disponibilità a rinunciarci purché si elaborasse insieme un piano di lavoro e di crescita. Da parte nostra continueremo a raccogliere firme e a informare i cittadini sulle conseguenze di questo piano che diventerà effettivo in tempi brevissimi: da quanto ci risulta infatti la chiusura della postazione medica di San Casciano scatterà dal 15 giugno. Come se non bastasse, queste decisioni arrivano insieme alla scelta di sopprimere le guardie mediche dalle 24 alle 8: in caso di problemi sanitari dobbiamo sperare almeno di averli di giorno".

Sempre i medici stanno portando avanti una serie di confronti con i sindaci dei Comuni interessati dalle modifiche, alcuni dei quali si sono già schierati a loro favore. I primi cittadini di Greve in Chianti, San Casciano in Val di Pesa e Barberino Tavarnelle, dopo una riunione organizzata sul tema, hanno fra l’altro annunciato la costituzione di un osservatorio sui servizi sanitari che sarà convocato periodicamente con l’obiettivo di verificare l’andamento e gli effetti del nuovo percorso deciso dalla Ausl.

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