Elona, scaltrezza e tante bugie

La vita con i suoi cani, i tanti precedenti penali: rubò anche il timbro di un giudice. Nelle intercettazioni il tentativo di accusare l’ex

Elona Kalesha in una foto tratta da 'Chi l'ha visto'

Elona Kalesha in una foto tratta da 'Chi l'ha visto'

Firenze, 23 dicembre 2020 - Innamorata dei suoi inseparabili cani, Letty e Toretto, e a giudicare da questi nomi, anche del film Fast and Furious. E poi paginate di precedenti penali che denotano una spiccata inclinazione alla bugia, quella criminale. Truffe, sostituzioni di persona, e pure un processo per falsificazione. Aveva rubato un timbro dalla cancelleria di un giudice della vecchia pretura di Empoli, e si firmava da sola i provvedimenti: ordinanze e dissequestri, tutto, ovviamente, a favore suo.

Ma stavolta, la parlantina loquace, la sua testa non banale e il fascino della donna scaltra, han fatto improvvisamente cilecca. Insomma, il vento è cambiato per l’albanese Elona Kalesha, nata a Durazzo 36 anni fa, in Italia ormai da diverso tempo al seguito dei suoi genitori, che abitano a Empoli. Ed è diventato in poche ore tempesta: lampi all’alba di ieri mattina, o giù di lì, quando i carabinieri si sono presentati al Poggetto, dove convive nella sua nuova vita, per metterla di fronte alla realtà. E’ stata fermata per duplice omicidio, per il vilipendio - avvenuto con una sega, secondo i medici legali - dei cadaveri dei genitori del suo fidanzato del 2015, Taulant. Infine il loro abbandono, nei campi di Sollicciano, vicino a dove portava i cani a scorrazzare, vicino a dove l’ex - tante volte da lei denunciato perché violento - ha passato diverso tempo dietro le sbarre. Anche lei aveva assaggiato il carcere, anche se non recentemente. Da ieri, è di nuovo dentro. A motivare il fermo del pm Ornella Galeotti è stata anche lei stessa. Con l’ingannare anche chi cercava davvero la verità, e concorrendo perfino a indirizzare le ombre altrove, lontano da sé e da Novoli.

La ‘diabolica’ Elona, adesso, potrebbe dire di tutto, ad esempio se ha fatto tutto da sola, oppure se ha avuto un ruolo marginale in un ’lavoro’ compiuto da altri. Intanto, però, ha scelto di tacere, probabilmente su consiglio del suo avvocato Federico Febbo. La strategia è chiara: aspettare e vedere cosa uscirà fuori dalla casa di via Fontana, che adesso i carabinieri passeranno al setaccio con il luminol e tutto ciò che può riportare alla luce tracce vecchie di cinque anni. Il tempo, oltre a quella mente da protagonista dei film americani che divorava abbracciata nel letto con i suoi inseparabili quattrozampe, sono i suoi alleati. Ma potrebbero non bastarle, stavolta. Aveva avuto la fortuna che il ’verbale’ chiave, quello che avrebbe potuto mettere gli investigatori sulla pista giusta già cinque anni fa, portava un errore di battitura. Kaledha (anziché Kalesha), era l’affittuaria di quella casa dove certi condòmini ricordano ancora i fetori di quei giorni. Lei se ne scappò in fretta, dopo aver lasciato strisciate di sangue.

Alla proprietaria, il comportamento di Elona non tornava, pensava che potesse nascondere un aborto perché le aveva detto di avere "una gravidanza a rischio, seguita a Careggi". Per giustificarsi, ne aveva pensata una delle sue. "Si sono lamentati perché ho sporcato per delle borse di carne scongelata andata a male che perdevano sangue". La ditta di pulizie cancellò tutto. Ma quel passato ora rifiorisce. Più maleodorante che mai.

stefano brogioni

 

 

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