Non c’erano esponenti del centrodestra. Ma tanti imprenditori e società civile. Al ritrovo voluto da Bellosi per cominciare a parlare di città e di come provare a governarla, c’era una bella fetta di Scandicci. Poca politica, più impresa, molto volontariato, associazionismo e sindacato, ma tutte le persone arrivate per lo più in forma privata. Qualche ‘infiltrato’, telefonino alla mano per raccontare agli altri chi c’era e cosa si stesse dicendo. Una cena ‘non offerta’ come invece spesso accade per gli appuntamenti elettorali. Bellosi al momento non ha sciolto la riserva: "Ho la mia vita e il lavoro – ha detto – ma non guarderò Scandicci affondare di fronte al litigio interno al Pd sul candidato". Nell’idea di città, Bellosi ha puntato sulla sistemazione del centro Rogers, puntando a non invadere col cemento l’asse della tramvia, ma a interventi di qualità e ha spinto molto anche sul rifacimento di piazza Togliatti, senza progetti faraonici e silos invasivi, ma con tre funzioni chiare in testa un mercato adeguato, la valorizzazione del centro commerciale naturale, il potenziamento degli spazi di vivibilità. L’ultima idea è stata sulla riapertura della Makarenko. Intanto Italia Viva, sta alla finestra, per capire cosa arriverà alla fine della maratona di consultazioni uscite dalla mente del Pd per evitare le primarie.
CronacaElezioni, Bellosi disegna la città del domani