Effetto Brexit per gli anglofiorentini. Ora serve il permesso di soggiorno

I britannici diventano cittadini extracomunitari: è già possibile prenotare un appuntamento in questura . Chi fa domanda on line per mettersi in regola verrà convocato dall’ufficio immigrazione per la pratica

Migration

Firenze, 3 gennaio 2021 - Per Firenze la Brexit non rappresenta solo un irrigidimento diplomatico e burocratico. Il mondo anglofono ha sempre avuto un rapporto particolare con la capitale del Rinascimento. Gli inglesi sono idealmente cittadini di Firenze almeno da trecento anni, e fa male sapere che è stato aperto per loro uno sportello in questura. Di certo, al di là della burocrazia, nessuno potrà mai cancellare l’affinità elettiva tra Firenze e gli inglesi, detti anche ‘anglobeceri’ per il loro simpatico accento British. Le origini di questo legame inossidabile risalgono al XVII secolo con il Grand Tour, viaggio di formazione di inglesi facoltosi e aristocratici in Europa sulle orme dell’arte classica.

La capitale del Granducato rappresentò una meta ideale per il temperamento di intellettuali e artisti britannici. Di certo furono gli inglesi a eleggere Firenze capitale artistica del mondo. E come il Rinascimento guardò all’arte antica per creare un nuovo corso, così poeti e pittori romantici arrivarono dall’Inghilterra per lasciarsi ispirare dall’arte del ‘400 e ‘500. Intellettuali d’oltremanica riuscirono a unirsi in una vera comunità, che s’innestò a perfezione nel nostro tessuto sociale e culturale. Baluardi e testimonianza del grande collezionismo inglese, divulgatore del Rinascimento nel mondo, sono due eminenze come Frederick Stibbert ed Herbert Horne, di cui oggi rimangono alla nostra città i due omonimi musei ricchi di tesori d’arte. Anche molti grandi romanzieri hanno scelto Firenze a città d’elezione: uno dei massimi poeti romantici inglesi, Percy Bysshe Shelley, visse in città tra il 1819 e il 1820, dove nacque uno dei suoi figli, Sir Percy Florence Shelley, dalla seconda moglie, quella Mary Shelley autrice di “Frankenstein”. Firenze diventò anche rifugio intellettuale, e non solo, dal moralismo della vecchia Inghilterra. Esempio lampante il famoso soggiorno di David H. Lawrence, a Villa Mirenda a Scandicci, dove lo scrittore elaborò il romanzo-scandalo "L’amante di Lady Chatterley". Lo scrittore scelse dì pubblicare a Firenze il suo libro, per evitare la censura inglese. Luogo di fuga e d’amore fu la casa vicina a Piazza Pitti per due intellettuali come la poetesa Elizabeth Barrett Browning e il marito Robert. Ma una suggestione memorabile dello sguardo inglese su Firenze ci è stata donata dal romanzo di Forster "Camera con vista", animato dalla maestria nell’omonimo film di James Ivory del 1985. E rimane qui un monumento degli inglesi a Firenze il cimitero di piazza Donatello: un’isola di pace dove si dice che si aggiri ancora il fantasma di Lord Byron. Noi fiorentini accetteremo il cambiamento Brexit come gli inglesi: campioni di stabilità emotiva, equanimità, equilibrio. E quel che resta del gusto.

 

 

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