E l’obbligo per i professori scatena il putiferio "Il virus circola lo stesso". "No, giusto così"

Il mondo della scuola si spacca dopo la decisione ministeriale che obbliga docenti e dipendenti ad avere la certificazione

Non più studenti indisciplinati, a finire dietro la lavagna al rientro dalle vacanze potrebbero essere i prof e il personale no vax. Con il nuovo decreto stilato dal Governo infatti personale scolastico e docenti senza Green pass non potranno mettere piede a scuola e saranno considerati assenti ingiustificati. Una doccia fredda in piena estate per i circa ottomila docenti toscani delle scuole pubbliche (il 16 per cento del totale) ancora senza vaccino, secondo i dati raccolti a fine luglio dalla Regione. Numeri più precisi si avranno sicuramente entro il 20 agosto, il termine ultimo dato dal ministero della Salute alle Regioni per fare un censimento esatto del corpo docente vaccinato.

L’obbligo del certificato verde si estende anche a docenti e studenti universitari alla ripresa dell’anno accademico. Da chiarire invece cosa accadrà per gli studenti delle superiori che abbiano più di 16 anni. Il Green pass dovrebbe entrare in vigore dal primo settembre anche per i mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Misure che fanno storcere la bocca a Emanuele Rossi della Cgil scuola. "Siamo contrari a penalizzazioni per il personale docente non vaccinato e riteniamo che che ci sia un’attenzione sovradimensionata all’obbligo vaccinale rispetto ai problemi strutturali della scuola come carenza di spazi, aule inadeguati e classi pollaio", attacca Rossi che poi chiede più chiarezza in merito alle regole sul distanziamento: "Ancora non abbiamo direttive precise, questa ambiguità è molto strana. L’obbligo del distanziamento richiede personale aggiuntivo ma al momento è impossibile fare programmazioni". Dopo un lungo periodo di dibattito e discussione, anche tra i presidi le opinioni sono decisamente contrastanti.

"Da quando è iniziata a circolare questa voce ho tenuto una sola posizione, favorevole al vaccino e contrario al Green pass – dice Ludovico Arte, dirigente scolastico dell’Itt Marco Polo –. Continuo a pensare che la strada giusta fosse la sensibilizzazione, non l’obbligo. Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho letto che non si parla dei ragazzi, fortunatamente, ma non credo sia stata presa la scelta giusta. Per quanto riguarda il mondo della scuola, il personale vaccinato supera l’85%, non era necessario inserire l’obbligo.

Abbiamo sempre detto che il rischio maggiore è per coloro che non si vaccinano, e in una scuola come la nostra potrebbero esserci massimo 10 professori non vaccinati, a fronte di moltissimi ragazzi senza la prima dose – continua Arte –. Con questa scelta, il virus circolerà lo stesso, non si ferma obbligando una minoranza come i professori. Mi pare una forzatura che non migliora la situazione, anzi apre ancora di più al dibattito". Ci sono anche presidi favorevoli all’inserimento del Green pass, nonostante le difficoltà che potrebbe comportare.

"Il Green pass è uno strumento importante, e sono contenta che diventi obbligatorio – spiega Francesca Cellai, preside del Buontalenti –. Capisco che la mia sia una posizione forte, ma credo che sia uno strumento utile, che permette di stare insieme in modo più sicuro. Dobbiamo abituarci a una scuola diversa, e non possiamo rischiare che un adulto non vaccinato contagi i ragazzi". Altri dubbi, inoltre, arrivano sul metodo in cui questa norma verrà messa in atto.

"Sono contento che diventi obbligatorio il Green pass, ma vorrei chiarezza sull’attuazione di queste decisione – spiega Marco Menicatti, della scuola Barsanti –. Non può certo essere la scuola a dover controllare i dipendenti, anche perché si andrebbe incontro a una questione difficile con la privacy. Necessario anche pensare da subito a una soluzione per coloro che decidono di non rispettare l’ottemperanza, che quindi non potranno lavorare né prendere lo stipendio".

Alessandro Pistolesi

e Iacopo Nathan

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