Dream time

Migration

Erika

Pontini

Storie di vite, diremmo.

Luci nel buio dei diritti offesi e cancellati, piuttosto.

Le cronache di questi giorni tribolati parlano di tutto questo. La protesta dei capitani europei che volevano indossare la fascia "One Love" per manifestare il loro dissenso al regime del Qatar, a sostegno della comunità Lgbtq+, manifestazione zittita dalla Fifa, e Hadis, la ventenne uccisa in Iran dalle forze di sicurezza durante le proteste.

Era colpevole di non indossare il velo.

Ma le discriminazioni non avvengono solo a migliaia di chilometri, figlie di culture differenti. Spesso sono sotto casa nostra, accanto a noi.

Nel secondo compleanno di Luce!, il canale digitale dedicato ai temi dell’unicità, dell’inclusione e della coesione del Gruppo Monrif, guidato dalla direttrice Agnese Pini, tornano prepotenti i temi di una società che tutto accoglie e invece tutto nega. L’obiettivo (raggiunto) in una non stop nel Salone dei Cinquecento è quello di essere un faro nella nebbia delle cattive abitudini, dei modi di pensare sbagliati, dei preconcetti che fanno male e delle contraddizioni di un’intera società. Che usa parole lievi per andare al passo con i tempi, ma poi si alambicca se quel ’diverso’ da includere è nel proprio cortile di casa.

Parliamo di Lgbt+, di omossessualità, di identità difficili, di disabilità, di guerra e di pace, di diritti, di disagio mentale nascosto come la polvere sotto il tappeto. Perché fa paura anche soltanto affrontarlo.

Un mondo che non deve essere eluso ma che ha pieno diritto nell’essere riconosciuto anche e soprattutto da chi fa informazione. Il cambiamento, infatti, passa dalle parole.

Certo, per chi ha intorno ai vent’anni si tratta di considerazioni acquisite e di giudizi già risolti, ma che spesso, comunque, producono episodi esasperati, bullismo e valutazioni divisorie e pericolose.

Per chi è avanti negli anni si tratta di rivedere impostazioni che scuola e famiglia hanno erroneamente inculcato.

Non per tutti.

Se nel salone di Palazzo Vecchio, accanto a ragazzi e ragazze delle scuole, si affaccia una coppia di settantenni stanchi dei soliti pregiudizi: "La strada dell’emancipazione è lunga ma passi in questa direzione sono stati fatti. Adesso almeno se ne parla".

Non sarà un caso se la seconda candelina di Luce! si spegne con lo slogan di ’Dream time’ che riporta a quell’indimenticato ’I have a dream’.

Già, parliamo di sogni ma quella che cerchiamo è esclusivamente la realtà perchè deve essere concreto un mondo che cancelli dal proprio vocabolario la parola diverso.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro