Dramma sfratti, 130 esecuzioni ogni mese. Allarme Sunia: 15mila famiglie sul baratro

Affitti alle stelle, la morosità dilaga. Tra i nuclei con più di tre figli e i single i casi più critici. L’sos del sindacato: "Situazione esplosiva"

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di Rossella Conte

Sono più di 50 le convalide di sfratti ogni settimana a Firenze, di cui il 98% sono tutti per morosità. Uomini e donne che non riescono a pagare l’affitto. Si prevede che il Comune di Firenze si trovi da questo giugno a dover gestire 130 sfratti con forza pubblica al mese per un totale di 2.400 di sfratti convalidati nell’anno 2022.

L’allarme è lanciato dal Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil Firenze. Con i numeri alla mano il sindacato documenta quanto le famiglie fiorentine si apprestano a vivere.

"E purtroppo, salvo provvedimenti urgenti, la situazione è destinata a peggiorare. I canoni di locazione sono alle stelle, oltre al dato degli sfratti dovrebbe preoccupare il numero di famiglie che stanno pagando con sempre maggior difficoltà l’affitto che erode per più del 50% il reddito a disposizione" spiega Laura Grandi, segretaria del Sunia.

Secondo il sindacato, infatti, sono almeno 15.000 le famiglie fiorentini sull’orlo del precipizio, molto vicine a uno sfratto proprio per la difficoltà a far fronte a un affitto.

Il quadro fornito è drammatico. Solo dal 1 gennaio al 31 maggio 2022 si sono rivolte agli sportelli Sunia 641 persone, il 47% di nazionalità straniera, 53% italiani. A soffrire maggiormente del caro affitti e dei rincari vertiginosi sono soprattutto pensionati che rappresentano il 37% e le famiglie con un solo salario (il 41%), subito dopo partite iva e commercianti (11%).

"I nostri uffici – prosegue Grandi – non hanno mai avuto così tanti contatti con persone che hanno fatto richiesta di aiuto per far fronte ai costi dell’abitare". Al Sunia sono arrivate anche tante segnalazioni di uomini e donne che proprio non riescono a trovare un tetto, nonostante abbiano le risorse per farlo.

"Le richieste da parte della proprietà sono troppe: fideiussioni bancarie, garanzie personali, contratti di lavoro a tempo indeterminato e addirittura il modulo Isee dal quale si può evincere la situazione finanziaria" è una furia la segretaria Sunia. Del campione di persone emerge che il 28% paga tra 600800 euro mensili, il 40% tra 800900 mensili e il 32% più di 900 euro. Nonostante i controlli, ancora il 21% del campione riferisce di versare una somma a nero oltre quella dichiarata. In coda in cerca di una mano tesa, ci sono anziani.

Famiglie con più di tre figli e tanti single, in quando i proprietari preferiscono la garanzia di due stipendi. E di esempi di questo tipo ce ne sono tanti: l’insegnante di fitness che, subito dopo la pandemia, pur avendo ricominciato a lavorare e quindi ad avere un reddito fisso, più volte è stata messa alla porta. Il giovane laureato in Architettura che, pur potendo permettersi un affitto di 800 euro, ha dovuto trovare un altro coinquilino lavoratore.

"La realtà del disagio abitativo – dice Grandi - metterebbe in difficoltà qualsiasi comune che non abbia messo in campo una politica efficace di aggressione all’emergenza, soprattutto quando gli strumenti per farci fronte sono deboli e non immediatamente disponibili. Questo è il caso di Firenze dove la disponibilità di alloggi ad affitti sostenibili è un sogno irrealizzabile, dove ci sono molti edifici sfitti e dove l’Agenzia sociale per la Casa del Comune di Firenze stenta a decollare per mancanza di abitazioni private disponibili".

Per il sindacato oggi più che mai, è indispensabile scendere in campo con strumenti come la ‘Commissione territoriale disagio abitativo’, già attivato, ma ancora in stand by, che potrebbe dare una sorta di "regola" all’alto numero delle esecuzioni con forza pubblica".