Dop Economy, Siena e Firenze nella top 20 in Italia

In Toscana 89 prodotti tra vino e food. La classifica regionale

La Dop Economy regionale con 89 prodotti vale complessivamente 1.361 miliardi

La Dop Economy regionale con 89 prodotti vale complessivamente 1.361 miliardi

Firenze, 13 gennaio 2023 - Siena e Firenze nella top 20 delle province italiane per impatto economico delle produzioni di qualità Dop e delle Igp. Siena, al nono posto con 676 milioni di euro e Firenze al ventesimo posto con 273 milioni di euro trainano la Dop Economy regionale che con 89 prodotti tra vino e food vale complessivamente 1.361 miliardi di euro (+18,6%) ed il quinto posto nazionale.

La classifica

Nella speciale classifica tutta Toscana invece seguono, dopo Siena e Firenze, la provincia di Grosseto con un impatto economico delle indicazioni geografiche di 121 milioni di euro, Arezzo con 96 milioni di euro, Livorno con 63 milioni di euro, Pisa con 59 milioni di euro, Pistoia con 33 milioni di euro, Prato con 22 milioni di euro, Massa Carrara con 10 milioni di euro e Lucca con 8 milioni di euro.

A rivelare la classifica della Dop Economy regionale è Coldiretti Toscana sulla base del Rapporto Qualivita – Ismea 2022 presentato nell’ambito dell’evento sulla riforma del sistema delle indicazioni geografiche che si è tenuto all’Innovation Center di Firenze con l’apertura della vetrina della Dop Economy.

“Sono chiare, da questi numeri, le motivazioni per cui, per la nostra regione, e per tutto il sistema dei Consorzi di Tutela, delle imprese agricole, delle filiere e dei consumatori, la riforma del sistema delle indicazioni geografiche in discussione in Europa assume una rilevanza vitale per il futuro della nostra Dop Economy” spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana. “E’ necessario da un punto di vista aumentare il livello di tutela con le indicazioni geografiche ma anche rendere più attuali le IG senza abbassare il livello di guardia. Cosa sarebbe oggi Montalcino o Bolgheri senza le indicazioni geografiche del vino? Sono esempi in cui un prodotto agricolo fa da traino economico al territorio. E’ questa la strada che noi vogliamo continuare a difendere per lo sviluppo della nostra economia”. 

“Arriveremo ad un testo finale intorno alla metà di aprile per poi votarlo in commissione agricoltura e poi Plenaria. – aggiunge l’europarlamentare Paolo De Castro, relatore della riforma - Non ho però grandi preoccupazioni. L’Italia, insieme a molti paesi, vuole realizzare finalmente un testo unico della qualità per rafforzare i consorzi di tutela, per aumentare il livello di difesa internazionale ed europeo per imitare le imitazioni; abbiamo bisogno di rendere più forti e stringenti le norme a tutela delle indicazioni geografiche. E poi la semplificazione: i nostri produttori non possono aspettare anni per una modifica del disciplinare”.

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