di Emanuele Baldi  In principio fu il ’Donze’ e siccome da queste parti le etichette te le scrolli male di dosso – a prescindere dal fatto che oggi in parlamento tu indossi giacca e cravatta di rigore – in tanti ancora in riva d’Arno associano l’onorevole Giovanni Donzelli, finito alla ribalta delle cronache nazionali nelle ultime ore, con il consigliere comunale di qualche lustro fa, spina affilatissima nel fianco delle giunte Pd di turno. Fisico mingherlino tuffato in maglioni a collo alto o in giacche più lunghe di una taglia, ciuffo scapigliato da eterno studente, voce ficcante e polemica sempre in canna.  Spese di rappresentanza, campi rom, edifici sbriciolati dall’incuria, balordi nei quartieri, guerra alle droghe (in un negozio che vendeva canapa dalle parti di piazza Beccaria rimediò un ceffone leggendario dal proprietario incalzato dalle sue domande sul genere di attività condotta), non c’era questione di cui Donzelli non chiedesse conto a chi di dovere. Trasparenza e legalità, il doppio mantra a cui si è sempre ispirato.  "Aspetta, aspetta c’ha una domanda d’attualità il ’Donze’", saltava spesso fuori una voce dal nugolo di cronisti del consiglio comunale già pronti a far cartellaverso fine assemblea. E allora rispuntavano fuori in automatico penne e taccuini perché a prescindere la ’notizia’ c’era.  Sì perché all’ex ragazzino ’destrorso’ dell’Università (che fece scoppiare a piangere la mamma figlia di partigiano quando annunciò a casa di essersi iscritto al Fuan) la capacità di ’fare’ politica non è mai mancata. Camaleontico (al mattino a dare ’santini’ elettorali al mercato e la sera in qualche tv nazionale a punzecchiare Renzi), famelico di politica ("A volte si scorda perfino di mangiare e bere, menomale che si porta dietro la cioccolata" confida chi gli è vicino), infallibile nelle archiviazioni dati, nei calcoli elettorali e nella capacità sintesi, da queste parti è sempre stato rigorosamente o amato o detestato. Come ancora oggi a quanto pare.

Cronaca

di Emanuele Baldi

In principio fu il ’Donze’ e siccome da queste parti le etichette te le scrolli male di dosso – a prescindere dal fatto che oggi in parlamento tu indossi giacca e cravatta di rigore – in tanti ancora in riva d’Arno associano l’onorevole Giovanni Donzelli, finito alla ribalta delle cronache nazionali nelle ultime ore, con il consigliere comunale di qualche lustro fa, spina affilatissima nel fianco delle giunte Pd di turno. Fisico mingherlino tuffato in maglioni a collo alto o in giacche più lunghe di una taglia, ciuffo scapigliato da eterno studente, voce ficcante e polemica sempre in canna. 
Spese di rappresentanza, campi rom, edifici sbriciolati dall’incuria, balordi nei quartieri, guerra alle droghe (in un negozio che vendeva canapa dalle parti di piazza Beccaria rimediò un ceffone leggendario dal proprietario incalzato dalle sue domande sul genere di attività condotta), non c’era questione di cui Donzelli non chiedesse conto a chi di dovere. Trasparenza e legalità, il doppio mantra a cui si è sempre ispirato. 
"Aspetta, aspetta c’ha una domanda d’attualità il ’Donze’", saltava spesso fuori una voce dal nugolo di cronisti del consiglio comunale già pronti a far cartellaverso fine assemblea. E allora rispuntavano fuori in automatico penne e taccuini perché a prescindere la ’notizia’ c’era. 
Sì perché all’ex ragazzino ’destrorso’ dell’Università (che fece scoppiare a piangere la mamma figlia di partigiano quando annunciò a casa di essersi iscritto al Fuan) la capacità di ’fare’ politica non è mai mancata. Camaleontico (al mattino a dare ’santini’ elettorali al mercato e la sera in qualche tv nazionale a punzecchiare Renzi), famelico di politica ("A volte si scorda perfino di mangiare e bere, menomale che si porta dietro la cioccolata" confida chi gli è vicino), infallibile nelle archiviazioni dati, nei calcoli elettorali e nella capacità sintesi, da queste parti è sempre stato rigorosamente o amato o detestato. Come ancora oggi a quanto pare.

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Donzelli La politica? Un’ossessione L’ascesa del Don Chisciotte ’di destra’

Da consigliere comunale scapigliato e battagliero a parlamentare FdI al centro delle cronache nazionali. Nipote di un partigiano, spina nel fianco di ogni giunta dem. Oggi come ieri o è amato o detestato

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