Derby della sinistra, occhi sulle alleanze

Tagliaferri spera nell’effetto Sesto, Fabbri sogna la rincorsa al risultato di Fossi. Il gruzzolo di voti di Nucciotti intanto fa gola

Ballottaggio tutto a sinistra con l’incognita apparentamenti. E’ questa l’istantanea che arriva all’indomani del primo turno delle amministrative 2023 di Campi Bisenzio. A contendersi la poltrona di primo cittadino (il 28 e 29 maggio) saranno il candidato Leonardo Fabbri (4.982 voti, 30.30%), appoggiato dal Pd (20.41%) e dalle civiche "Fabbri sindaco" (8.94%) e "Muoviamo Campi" (2.48%), e il candidato Andrea Tagliaferri (3.502 voti, 21.30%), sostenuto da Si Campi a Sinistra (5,30%), Sì parco No aeroporto No inceneritore (5.36%), M5S (4.78%), FareCittà (4.28%). Entrambi si dichiarano soddisfatti per l’esito delle urne. Ma guardando bene i numeri, chi può festeggiare è Tagliaferri. Fabbri si ferma al 30.30%, ovvero 12 punti sotto il risultato che fece Emiliano Fossi nel primo turno del 2018, quando l’attuale deputato dem prese il 42.16% (6.754 voti), per poi andare a vincere al secondo turno con il 54.17%.

Un risultato che non può certo soddisfare Fabbri, nonostante il Pd in percentuale aumenti i voti rispetto a cinque anni fa (20.41% contro 18,42% di cinque anni fa, quando la lista "Emiliano Fossi Sindaco" risultò la più votata con il 19,10%). E se poi si guarda anche alle politiche di settembre scorso, i numeri dicono che il Pd perde voti (era al 26,19%). La lista "Muoviamo Campi", quella fatta da persone provenienti dal mondo dell’associazionismo sportivo tanto sbandiera in campagna elettorale conquista solo 369 voti e non entrerà in consiglio (a meno di premio di maggioranza in caso di vittoria al ballottaggio).

Tagliaferri, con l’alleanza tra la sinistra di Unione Popolare e Sinistra Italiana con il M5S, invece, può sperare nel colpaccio, sulla falsa riga di quanto è accaduto a Sesto Fiorentino nel 2016 con il candidato di Sinistra Italiana Lorenzo Falchi, riconfermato nel 2021 con l’appoggio anche del Pd. E anche in quell’occasione il Comune di Sesto arrivava da un commissariamento (la sindaca renziana Sara Biagiotti fu sfiduciata dall’ala di sinistra della sua maggioranza). I duellanti alla poltrona di primo cittadino sono separati da meno di 1.500 voti. Al momento dichiarano di non voler fare apparentamenti. Ma chissà se già non strizzano l’occhio all’ex assessore Riccardo Nucciotti che, correndo senza partiti e con due civiche, si è presto un bel 12,79%, pari a 2.103 preferenze. Un bel gruzzolo appetibile per entrambi che, però, dovranno mettere nel piatto una contropartita ancora più appetibile. Fatto salvo che i due contendenti non vadano a "elemosinare" il voto e l’appoggio delle liste civiche che hanno appoggiato il centrodestra ora allo sbando.

Barbara Berti

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