Curare i giovani con lo sport

Erika Pontini

C’è il calcio dorato dei professionisti, poi ci sono gli altri. I dilettanti, gli ultimi. Che quasi sempre coincidono con i nostri giovani: figli, fratelli, nipoti. I numeri in calo delle iscrizioni, sottolineato dalla Figc, non è solo un problema sportivo. In quei campi di calcio di periferia, a volte rattoppati perché le casse delle società urlano e il caro bollette fa rischiare il default, non si addestrano solo i campioni di domani. Si cura un’intera generazione. Il disagio giovanile è un’emergenza sociale, a cui la pandemia ha fatto da innesco ma che troppo spesso resta sotto traccia, quando invece è cronaca battente.

E se una medicina è possibile questa si chiama sport.

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