Cura e pulizia sono gli antidoti alla violenza

Gabriele

Canè

Ha ragione il sindaco di Impruneta a lamentarsi. Non si parla mai tanto del suo comune come ora che una turista straniera è stata violentata. Vero: le brutte notizie fanno notizia. Capita anche a Firenze. Capita che faccia notizia che piazza Santa Maria Novella non sia più quel gioiello di dieci anni fa, ma sia un concentrato di bivacchi, sporcizia, e ovviamente spaccio. A conferma del fatto che non basta bonificare un’area, renderla vivibile: bisogna anche mantenerla, curarla, fare in modo che non torni il degrado. Che la gente non abbia paura ad uscire. Pure in giardino l’erba va tenuta tagliata, se non si vuole che si trasformi in una giungla.

Del resto, i cittadini che chiedono telecamere alla torre della Serpe e dintorni, sono ancora un passo indietro: da loro non c’è stata bonifica, e si attende che la zona venga resa più sicura, prima che debbano provvedere loro con un servizio di guardie giurate. Un po’ come all’Isolotto nuovo, ostaggio di bande di ragazzini violenti. Intendiamoci: Firenze non è il Bronx. Se Dio vuole gli standard di vita sono sufficienti. Ma non è neppure New York: è una città media, di dimensioni contenute. Possiamo dire: controllabile. Allora, non può e non deve essere un’impresa impossibile tenere in ordine una piazza storica a due passi dalla stazione. Ad esempio. Per pulire strade e marciapiedi si possono usare anche gli idranti, come fanno in tante zone urbane di Paesi non certamente repressivi. Basta applicare le leggi e i regolamenti. Già tutto scritto, codificato. Come il divieto di sosta: chi lo viola, paga. Certo, ci vogliono uomini in strada e non in ufficio, preferibilmente addestrati come ogni divisa impone, e mezzi adeguati. Ma soprattutto serve la volontà. Dove c’è degrado e insicurezza veri, reali, non "percepiti" come a volte vorrebbero farci credere, questa volontà manca. Così succede che le notizie diventino cattive, che facciano paura. E notizia.