CARLO CASINI
Cronaca

Crocifisso negli uffici pubblici, fiorentini divisi, ma tolleranti. "Resta un messaggio di pace"

Nel programma degli azzurri l’affissione del simbolo in scuole, uffici, tribunali e caserme. Cosa ne pensa la città. "Un’immagine che non offende nessuno", "No, io lo toglierei dappertutto"

Crocifisso negli uffici pubblici

Firenze, 28 gennaio 2024 – Crocifisso negli uffici pubblici sì, Crocifisso negli uffici pubblici no, i fiorentini sono divisi, ma in generale hanno buona tolleranza per chi è del parere opposto.

Esporre icone cristiane nelle aule scolastiche e universitarie, nei tribunali, nelle prefetture, nei palazzi comunali, regionali, statali, provinciali, nelle caserme, negli ambulatori, nei ministeri e negli altri ambienti della pubblica amministrazione, in uno Stato che è laico ma che tutela la libertà di culto è lecito o no? Se qualcuno di un credo diverso o non crede in nessuna religione prova fastidio, il fastidio è legittimo? L’ultima pronuncia giurisdizionale di rilievo si è avuta nel 2011, ed è stata della Grande Camera della Corte europea per i diritti dell’uomo, che, accogliendo un ricorso dell’Italia, ha definitivamente ritenuto legittima l’esposizione del crocifisso, ribaltando una sentenza di segno opposto della stessa Corte europea.

Il dibattito è ancora acceso e lo rinfocola Forza Italia, che lo inserisce tra i quaranta temi nella corsa a Palazzo Vecchio. Nel capitolo dedicato ai valori, i forzisti chiedono che venga reintrodotto il Crocifisso in tutti gli uffici di Palazzo Vecchio, una battaglia da sempre cara anche a Lega e Fratelli d’Italia. Insomma: se il centrodestra vince, il Comune ripristinerà il crocifisso nei propri uffici.

Abbiamo fatto un giro per la città a sentire i pareri dei cittadini. "Lascio libera scelta al singolo ufficio – ritiene Giovanni Nisticò – Personalmente sono contro tutte le religioni e lo leverei. Solo che l’uomo è debole e deve credere che ci sia qualcuno che lo ha creato".

"Non ci devono essere obblighi, ma si deve dare la possibilità di scegliere a chi ci lavora", è sulla stessa linea Ariel Mancini.

"Io sono ateo agnostico, ma per me è indifferente se lo espongono oppure no", commenta Lapo Magherini.

"Sono cristiano e quindi mi va bene – premette Mauro Ricci – Dovrebbe essere una scelta di chi ci lavora, che deve rispettare gli altri".

E c’è chi sottolinea come il diritto di esporre un simbolo religioso sia alla base del sistema democratico: "Sono favorevole, lo trovo giusto, è un paese democratico e dobbiamo rispettare i diritti di tutti", evidenzia Sabrina Bottone.

Anche perché qualcuno sottolinea come il Cristo non sia solo un’icona religiosa, ma un simbolo trasversale di valori alla base della società civile: "Bene il Crocifisso, sono favorevole: è un messaggio di pace, nulla di sbagliato – fa notare Giovanni Poggiali – Possono mettere anche Budda o un altro profeta, purché sia portatore di un messaggio di pace. E anche una Madonnina, c’è bisogno di esempi"