Creazzo va in pensione. "La mia carriera finisce qui"

Il procuratore, sotto processo disciplinare, lascerà fra qualche mese. Davanti al Csm si sta difendendo dall’accusa di molestie a una collega

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

I veleni del Palamara-gate innescano l’ultimo colpo di scena: il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, sotto procedimento disciplinare davanti al Csm dopo le accuse di molestie sessuali rivoltegli dal pm di Palermo Alessia Sinatra, ha chiesto il pensionamento anticipato. Creazzo rimarrà in carica ancora un po’. Il suo ufficio ha in corso inchieste pesantissime: dall’ultimo filone sulle stragi di mafia, fino all’indagine sul finanziamento illecito che investe Matteo Renzi. "Confermo - dichiara Creazzo - di aver presentato domanda di pensionamento anticipato per una mia scelta autonoma e personale, come è mio diritto avendo già maturato più di 44 anni di servizio. Preciso che rimarrò tranquillamente a Firenze ancora per parecchio tempo perché la cosa non ha decorrenza immediata, e anche che il mio mandato a Firenze terminerebbe comunque prima di un anno per il raggiungimento del limite massimo di permanenza".

"La mia scelta è scaturita dal fatto, verificatosi nei primi giorni di questa settimana, che il Csm ha definito le procedure concorsuali per i posti direttivi che formavano oggetto delle ultime mie domande pendenti assegnandoli ad altri magistrati. Poiché non potrò più fare domande perché ho raggiunto i limiti di età, la mia carriera professionale non ha ulteriori prospettive. Per questo ho liberamente scelto di chiedere di andare in pensione, ma non immediatamente. Per quanto riguarda il procedimento disciplinare pendente nei miei confronti, rispetto al quale ho sempre mantenuto il doveroso e assoluto riserbo che si conviene a un uomo delle istituzioni quale io sono, non ho difficoltà a riaffermare pubblicamente di non avere in nessun modo commesso i fatti che mi sono stati contestati".

Il 22 aprile era cominciato il procedimento disciplinare a carico della stessa Sinatra: la pm di Palermo (stessa corrente, Unicost) è la parte offesa delle presunte molestie sessuali (che sarebbero avvenute nel 2015) di cui è incolpato Creazzo ma al tempo stesso deve difendersi dall’accusa di aver tenuto verso il procuratore di Firenze un comportamento "gravemente scorretto" per i messaggi sul suo conto inviati all’ex presidente dell’Anm Palamara, all’epoca leader di Unicost, quando Creazzo concorreva per la nomina a capo di Roma. Secondo la contestazione, la pm voleva tentare di condizionare negativamente i consiglieri per una sorta di "rivincita morale" sul capo dei pm di Firenze.

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