Cpr Scendono in campo i no "Spendere meglio le risorse"

Falchi, sindaco di Sesto: "Un’esperienza con fortissimi limiti e problemi". Arci, Anpi e Cgil all’attacco: "Intollerabile, la Toscana è terra di inclusione"

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di Sandra Nistri

All’elenco dei no pronunciati dal sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi si aggiunge ora un’altra voce. La contrarietà del primo cittadino, in questo caso, è nei confronti dell’ipotesi di un Centro di permanenza per i rimpatri in Toscana: "Ho appreso dalla stampa – esordisce infatti - che in sede di conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza sarebbe stata avanzata la proposta di creazione di un Cpr in Toscana e che tale proposta avrebbe raccolto una generale condivisione. Non so chi si sia espresso in tal senso ma personalmente sono profondamente in disaccordo, così come credo che lo siano molti altri colleghi sindaci". L’esperienza dei Cpr – prosegue Falchi – "ha presentato fino ad oggi fortissimi limiti e problemi. Si tratta di fatto di centri in cui, per loro natura, non finiscono solo persone che hanno compiuto reati ma anche donne e uomini senza documenti o a cui è scaduto il permesso di soggiorno o addirittura anche i richiedenti protezione internazionale. Non è un caso, quindi, che in Toscana la scelta sia sempre stata l’opposizione a tali centri. Il fatto poi che il Ministro delle Infrastrutture si sia così facilmente rallegrato dovrebbe essere motivo per una riflessione, specie a sinistra, che auspico si possa sviluppare al più presto".

Sulla stessa linea del primo cittadino sestese anche Anpi Firenze, Arci Firenze, Cgil Firenze, Libertà e Giustizia Firenze, che ribadiscono il no all’ipotesi rivolgendosi direttamente al sindaco del capoluogo Dario Nardella e al prefetto di Firenze Valerio Valenti: "Già in passato – si legge in una nota - ci siamo espressi contro la proposta di aprire un Cpr in Toscana. Al prefetto e al sindaco ricordiamo che Firenze è da sempre terra di accoglienza e inclusione e che in passato la Toscana ha rivendicato una idea diversa di rapporto con i cittadini immigrati che vengono da noi. Aprire un centro in cui finiranno quasi esclusivamente persone senza documenti e richiedenti protezione, perché questo avviene nella maggior parte dei casi, è intollerabile. Siamo convinti che le risorse a disposizione sul tema immigrazione sarebbero meglio spese per costruire percorsi di accoglienza e integrazione. Si intervenga infine a sostegno delle vittime di grave sfruttamento lavorativo, dal momento che sono mesi che dovrebbe essere convocato un tavolo territoriale sul tema".

Unica voce controcorrente quella di Confcommercio Toscana: "Quella del prefetto – sottolinea il presidente regionale Aldo Cursano – è una proposta coraggiosa, che punta senza pudori al cuore del problema: le difficoltà di integrazione di alcuni soggetti che si traducono in criminalità".

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