Covid, la coppia tornata dall'India. Parlano gli amici: 'Un aiuto venuto dal cuore'

Marco Paoletti e Marzia Miglioranzi di Cascina sono gli amici che hanno atteso il rientro della coppia di Firenze bloccata dal Covid in India con la bimba avuta in adozione: 'Ci siamo dati tutti una mano'

L'aereo che ha riportato a casa dall'India la famiglia Galli

L'aereo che ha riportato a casa dall'India la famiglia Galli

Firenze, 10 maggio 2021 - In aiuto degli amici, con un cuore grande così. Marco Paoletti, 61 anni, medico veterinario, e Marzia Miglioranzi, 54 anni, dipendente del Banco Bpm, la coppia di Cascina che ha aiutato Simonetta Filippini ed Enzo Galli a rientrare in Italia, racconta il giorno dopo il rimpatrio, ma anche le origini di un’amicizia, nata in un percorso cattolico e di fede. 

Come è andato il rientro della famiglia Galli? Vi siete sentiti? «Sono felici, ma ancora provati dal punto di vista psicologico e fisico. Di conseguenza ci siamo sentiti brevemente, per messaggio vocale e scritto». Come sta la mamma? Ieri era anche la ‘sua’ festa.  «Sì, era la sua prima festa della mamma, era doveroso e ci faceva piacere farle gli auguri. Purtroppo non ce la fa ancora a parlare molto, a causa della polmonite, ci ha mandato un breve vocale, ma dovrà avere ancora un po’ di pazienza».  Come e quando vi siete conosciuti?  «Ci siamo conosciuti nel 2016 a un seminario sulla famiglia, all’interno di un percorso di fede per neo-sposi. Una conoscenza che dura nel tempo, abbiamo vissuto tutta la loro vicenda dell’adozione che dura ormai da anni. Poi il viaggio per andare a prendere la bambina in India, fino agli ultimi episodi, all’impossibilità di tornare in Italia e al felice epilogo del loro ritorno. Noi abbiamo fornito assistenza e amicizia dal punto di vista psicologico e non solo. Loro erano determinati a questa adozione, un percorso nato prima ancora che ci conoscessimo, iniziato da almeno 5 o 6 anni». Come vi siete mossi per il loro ritorno? «Ci siamo coordinati con Elio e Laura, la coppia di Prato che ha contattato l’avvocato che ha permesso il loro ritorno, tra raccolte fondi e la solidarietà di tanti amici. Noi abbiamo dato il nostro supporto grazie alle videochiamate e alle telefonate fino a tarda notte, dietro le quinte, per aiutarli a prendere decisioni e nel rapportarsi con le istituzioni. Il nostro gruppo di amici è nato nella fede, ci siamo dati una mano per arrivare al rientro in Italia».  Solidarietà, ma anche fede. Le vostre sono famiglie molto religiose?  «Sì, è stata comunque una cosa venuta dal cuore di tutti. Simonetta ed Enzio nella diocesi di Firenze sono una coppia conosciuta, si sono spesi molto per seguire coppie e famiglie in difficoltà. In tanti volevano avere loro notizie e tutti vogliono loro bene. Tutto è nato anche su whatsapp, in un gruppo che ci ha permesso di coordinarci al meglio. Però ci sono anche tante persone, al di fuori dal percorso di fede, tra ambienti lavorativi e non, che ci hanno aiutato e supportato».  Avete già pensato a cosa farete dopo che tutta questa situazione si sarà risolta e quando il Covid-19 si attenuerà?  «Certamente ci rivedremo tutti privatamente, tra gli amici che gli vogliono bene, in un ambito ristretto e successivamente più ampio. Hanno bisogno di vicinanza e ce ne sarà bisogno ancora per tanto tempo. Non li lasceremo soli». 

Michele Bufalino