"Covid e assembramenti: il futuro di noi ragazzi è vederci solo al pc?" / LETTERA

Firenze, le parole di un gruppo di giovani multate durante un giro in centro: "Avevamo le mascherine"

Ragazzi in centro a Firenze (New Press Photo)

Ragazzi in centro a Firenze (New Press Photo)

Firenze, 8 marzo 2021 - Pubblichiamo la lettera di tre studentesse fiorentine che lamentano di essere state multate in Oltrarno nonostante a detta loro fossero protette e distanziate e ci rivolgono un interrogativo: le relazioni sociali dei giovani sono destinate e essere sempre filtrate da uno schermo? 

Siamo tre ragazze che frequentano l’ultimo anno di un noto liceo scientifico fiorentino. Sabato, uscite da scuola, abbiamo deciso di andare a fare una passeggiata, trascorrendo il primo pomeriggio in centro, per prendere un po’ d’aria, data la bella giornata. Due sono arrivate in Oltrarno dove c’era l’altra, che vive in centro.

Conosciamo bene le regole, anche a scuola le applichiamo nel rispetto di tutti: siamo sempre state attente e continueremo ad esserlo. Dopo settimane passate in casa a studiare volevamo solo poterci rivedere. Per poco tempo e in un contesto più tranquillo e silenzioso rispetto alle caotiche vie del centro.

Proprio per questo siamo amareggiate e contrariate per quanto accaduto poco dopo – il fatto che, come fra poco racconteremo, siamo state multate senza alcuna ragione – perché il messaggio passato è stato quello che non è possibile per noi ragazzi ritrovarsi all’aria aperta, seppur indossando gli adeguati dispositivi di protezione.

Ci chiediamo se, dopo un anno di didattica a distanza, l’unico modo rimasto a noi giovani per socializzare sia lo schermo del nostro computer o del nostro telefono. Tornando a quanto accaduto sabato, evitando Piazza Pitti, troppo ventosa, abbiamo deciso per la prima volta di andare insieme in piazza Santo Spirito, che dispone di uno spazio dove è possibile sedersi per stare in compagnia.

Là abbiamo trovato altri quattro conoscenti: un nostro compagno di classe, e tre suoi amici che frequentano un altro liceo del centro. Con loro, sedute, ci siamo sistemate in cerchio, così da stare distanti ed avere spazio di fronte a noi, prestando attenzione a non essere vicine a altre persone.

A un certo punto un gruppo di 18 poliziotti, arrivati con 7 volanti, si sono avvicinati e in maniera plateale ci hanno chiesto i documenti per farci un verbale e una multa di ben 400 euro per “assembramento”: multa che è stata fatta solo a noi e a pochi altri ragazzi che stavano pranzando vicini, ma non a tutte le altre persone che, non rispettando le regole, bevevano e fumavano nella piazza.

A differenza di queste noi indossavamo correttamente la mascherina e non l’abbiamo mai tolta: siamo ragazze molto attente alla regole. Una di noi è stata addirittura vaccinata poco tempo fa, dato il suo impegno come volontaria sulle ambulanze. All’arrivo dei poliziotti, intorno a noi, la zona si è fatta deserta. Tuttavia, dopo poco le persone sono ritornate, fumando e parlando senza mascherina, il tutto sotto gli occhi degli agenti.

Questo è accaduto intorno alle 15:40, quando nella piazza c’era un numero limitato di persone, nettamente inferiore a quello presente nelle strade principali del centro. Chiunque in piazza, anche camminando, non stava più distante di quanto lo fossimo noi, e nemmeno i poliziotti stessi.

Uno di loro poi, che si era posto nei nostro confronti con modo di intransigente, si è rivolto più pacatamente verso un altro gruppo di ragazze più grandi di noi, chiedendo loro di sedersi più lontane e di indossare la mascherina. Da anni i residenti di Santo Spirito cercano di difendere la piazza da attività illecite, in particolar modo dallo spaccio, senza risultati.

L’irremovibilità con cui siamo state multate noi è la stessa con cui vengono fronteggiati i veri problemi del quartiere? Quello che più ci angustia è che se ci fossimo ritrovate al chiuso, in casa, o in un negozio, nessuno ci avrebbe sanzionate. Ringraziamo La Nazione per dar voce alla generazione che, da oramai troppi mesi, non viene più ascoltata da nessuno: la nostra.

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