Covid: atteso un milione di nuovi casi di disagio mentale in Italia

La pandemia e i relativi lockdown stanno impattando pesantemente sulla salute anche psichica

Personale sanitario

Personale sanitario

Firenze, 29 gennaio 2021 - I numeri fanno impressione: meta' dei contagiati Covid manifesta disturbi psichiatrici con un'incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; il 32% sviluppa sintomi depressivi, un'incidenza fino a 5 volte più alta rispetto alla popolazione generale. Si stima quindi che nei prossimi mesi possano emergere fino a 800mila nuovi casi di depressione.  Ma il disagio riguarda anche i familiari dei deceduti: almeno 10mila andranno incontro a depressione entro un anno.Mentre saranno almeno 150.000 i nuovi casi di depressione dovuti alla disoccupazione,. 

A metterlo nero su bianco è la Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, secondo cui "la situazione potrebbe  addirittura peggiorare perché "fragilità sanitaria, emotiva e sociale moltiplicano le conseguenze sul benessere psicofisico".

"Quello che abbiamo registrato finora - dice  il prof. Claudio Mencacci, copresidente Sinpf - è che circa il 60% della popolazione italiana ha avuto disagi psichici che sono durati più di una settimana. Ma quello di cui oggi siamo spettatori è solo una parte del fenomeno.

La punta dell'iceberg: c'è infatti un fiume carsico che ancora scorre sotterraneo che è di un disagio e di una sofferenza psichica molto forte, determinato soprattutto dalla solitudine nelle due fasce maggiormente a rischio, ovvero quella dell'adolescenza  e quella degli anziani". "Siamo di fronte ad una sindemia - aggiunge Mencacci - ovvero ad un insieme di patologie pandemiche, non solo sanitarie, ma anche economiche, sociali, psicologiche, legate ai modelli di vita, alla  fruizione della cultura, delle relazioni umane. L'impatto psicologico determinato, soprattutto, dal  distanziamento sociale, dalla solitudine,  il livello di lutti complicati per le persone che hanno avuto una perdita, ma  anche la possibilità di impoverimenti e disoccupazione, sono tutti fattori che incidono pesantemente sulla salute mentale"

Secondo Mencacci, "a differenza del passato non eravamo addestrati per adattarci ad un cambio così radicale. In questi mesi  è cambiato tutto, e  il mondo non sarà più quello di prima. Quindi il disagio mentale  sarà inevitabile, perché il nostro cervello non ama l'incertezza, ed invece questa  situazione è caratterizzata da un'incertezza profonda,  che va al di là delle incertezze in qualche modo attese, e dunque gestibili, alle quali ci possiamo anche adattare. Il covid, e quello che ne è conseguito, ci ha messo nella condizione della volatilità. una cosa mai sperimentata nel passato con questa forza. Di fatto noi siamo un laboratorio planetario all 'aperto perché abbiamo sperimentato la quarantena, l'isolamento,  il distanziamento: tutte cose che non erano accadute  in passato, nè con l'Asiatica nè la Spagnola, per rimanere dentro esempi che stiano sullo spesso piano medico-sanitario".

Per fortuna ci sono anche dei lati positivi. "Abbiamo l'ausilio  della scienza - dice ancora Mencacci - che non si è fermata. Forse, nel recente passato, ci aveva dato l'illusione di poter sconfiggere definitivamente la morte e la malattia, e ovviamente non è così;  ma in un anno hanno abbiamo fatto un balzo incredibile come si vede sulla questione dei vaccini".

Come possiamo fare per non essere travolti dalla disperazione? "Bisogna imparare a tollerare la frustrazione - dice Mencacci-. La grande parte della delusione di questi mesi è l'aver pensato che tutto potesse terminare in fretta, ed abbiamo visto che non è stato così. Dunque  la prima cosa è l'adattabilità la flessibilità. E' importante poi mantenere i propri ritmi, non chiudersi in casa. Bisogna  uscire, ovviamente nelle condizioni possibili, ma non rinunciare a farlo.  L'isolamento sociale genera infatti  un desiderio forte simile a quello della fame, che se non viene soddisfatto produce un'enorme frustrazione. Ecco che serve mantenere il più possibile stili di vita sani. Darsi un ritmo, darsi un tempo, fare attività fisica, mantenere  la capacità di contatto con gli altri, anche se limitata dal punto di vista fisico. Infine dobbiamo sperimentare una nuova alfabetizzazione dei rapporti sociali, attraverso la mediazione delle tecnologie. E lo dico  ovviamente soprattutto  per i  giovani adulti o le persone anziane, che devono familiarizzare con una nuova nuova versione dei rapporti con la realtà". 

 

 

 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro