Costi alle stelle, nasce il patto di filiera per salvare la produzione locale

Firmato un accordo tra Coldiretti e Confcommercio per il consumo di latte a Km 0 munto in Toscana in bar, pasticcerie e gelaterie della regione

Mucche in un allevamento (Newpress)

Mucche in un allevamento (Newpress)

Firenze, 2 marzo 2022 - Un argine all’impennata dei prezzi. Di fronte all’aumento esplosivo dei costi di produzione, che sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle stalle, arriva in Toscana il primo accordo di filiera tra Coldiretti e Confcommercio per il consumo di latte a Km 0 munto in Toscana in bar, pasticcerie e gelaterie della regione. E’ quanto prevede il patto etico di filiera dalla stalla ai bar siglato tra Coldiretti Toscana e Confcommercio Toscana per garantire la giusta remunerazione del latte alla stalla agli allevatori e che i toscani negli esercizi della ristorazione possano consumare cappuccini, gelati e dolci fatti con latte locale. Si tratta del primo risultato tangibile dopo la grande mobilitazione che ha portato centinaia di allevatori in piazza a Firenze e Grosseto contro le speculazioni che mettono a rischio le stalle. Un litro di latte sugli scaffali della grande distribuzione costa mediamente 1,72 euro al litro con punte fino a 1,85, secondo la rilevazione dei prezzi effettuata da Coldiretti Toscana, mentre 1 litro di latte alla stalla viene pagato agli allevatori solo 37 centesimi.

“La crisi energetica si affronta solo con la corresponsabilità dell’intera filiera – dicono il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi e di Confcommercio Toscana, Aldo Cursano –. Questo accordo assume un valore strategico, in un momento di crisi per l’agricoltura e il commercio causata dal calo dei consumi per il caro bollette e le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina con un effetto a valanga sul sistema agroalimentare e degli acquisti. L’obiettivo condiviso è promuovere la qualità delle produzioni toscane, assicurando la giusta distribuzione del valore all’interno di tutta la filiera. Iniziamo un percorso insieme per incrementare la distribuzione di latte locale negli esercizi commerciali regionali che porterà certamente sviluppi futuri di collaborazione”.

A causa del rilevante aumento dei costi di produzione e del rincaro delle materie prime e dei foraggi, le imprese di allevamento da latte sono allo stremo con compensi ormai da troppo tempo al di sotto dei costi di produzione; serve subito un patto di filiera tra allevatori, industrie e distribuzione, insiste Coldiretti Toscana, per salvare il latte e le stalle in Toscana, dove è necessario che nei contratti di fornitura fra le industrie di trasformazione e gli allevatori siano concordati compensi equi che coprano almeno i costi per evitare il rischio di chiusura, come previsto dalla recente direttiva approvata dal Consiglio dei Ministri per combattere le pratiche sleali che Coldiretti ha fortemente voluto e sostenuto. 

Secondo l’indicatore sintetico Milk Feed, elaborato dall’Ismea, che confronta il prezzo del latte alla stalla con quello di un pasto tipo per le mucche composto da mais e farina di soia, nell’ultimo anno “si è scesi sotto la soglia ritenuta “critica”, segnale della sofferenza degli allevamenti. E il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, ha raggiunto i 46 centesimi al litro, secondo l’ultima indagine Ismea”.

A rischio c’è il futuro delle stalle: poco più di 200 quelle sopravvissute in Toscana, dopo che 1 su 4 su quattro ha chiuso negli ultimi dieci anni e dopo che la produzione di latte è andata drasticamente riducendosi, con la produzione che si attesta intorno alle 60mila tonnellate nel 2020-2021, contro le oltre 80 mila nel 2003-2004.