
La squadra di Hairforce di via Ghibellina
Firenze. 6 aprile 2020 - Facile, dire che hanno un diavolo per capello, visto che hanno la serranda abbassata da quasi un mese. Pettine e forbici nei cassetti. Poltroncine avvolte nel cellophane per proteggerle dalla polvere. La vetrina dei prodotti di cosmesi sembra un altarino di ricordi. Anche le piante ne risentono, ogni tanto una puntatina veloce per annacquarle, ma non basta. “Mi manca molto il contatto con le persone, per chi fa il mio mestiere è ossigeno puro, al di là del guadagno quotidiano, noi parrucchieri diamo coccole, vogliamo che stiano bene, ci piace ascoltare le storie e condividere anche le loro preoccupazioni, perché no, anche le emozioni che provano dopo aver cambiato colore ai capelli, o fatto un taglio nuovo” racconta Joe Scollo, uno dei titolari del negozio di parrucchieri “Hairforce” nella storica via Ghibellina. La piccola azienda, nella quale lavorano i due soci, Andrea e Francesco, insieme a Nunzia, Cleofe, Elena e Mariano, nasce il primo settembre del 2001, dieci giorni prima dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York. Quasi uno stress test per le vicende attuali. “Una scoppola tremenda, fu una partenza complicata, perché anche allora lo shock fu enorme, ma non ci siamo mai arresi - ricorda Joe - e non ci arrenderemo neanche ora”. “La nostra mente è focalizzata alla riapertura, perché prima o poi accadrà” spiega il titolare

Le prossime mosse?
“Stiamo cercando di capire come sarà gestita la partita igienico-sanitaria, aumenteranno i costi, però abbiamo già deciso di non aumentare i prezzi. Qualsiasi cosa impiegheremo sarà monouso, anche se già lo facevamo con gli asciugamani, passeremo alle mantelline monouso, prima le usavamo solo per i colori. Poi serviranno mascherine, insomma dovremmo cambiare le nostre abitudini”.
Anche l’organizzazione del lavoro cambierà faccia.
“Specie agli inizi non potremmo occupare tutte le postazioni del negozio, dovendo stare più lontano possibile. Lavoriamo in sei, non potremmo esserci tutti contemporaneamente, vediamo come strutturarci”.
E i clienti?
"Non ci sarà più la possibilità di attendere il turno nel il negozio, l’appuntamento diventa rigido, gli orari inflessibili, sarà intensificato ancora di più il servizio di messaggistica per avvisare di possibili ritardi, probabilmente verranno modificati anche gli orari di apertura".
Paura?
”Dobbiamo ricominciare, con tutte le precauzioni del caso, però è l’unico modo per vincerla, la paura. Tutti noi guardiamo ai medici, agli infermieri. Immagino anche loro abbiano paura, però devono fare. Protetti, ma devono fare. Così dovrà valere per tutti noi. Non solo per i parrucchieri, ma per tutti i mestieri”.