Coronavirus: i bambini veicolo di trasmissione? L'Ars: "Poco probabile"

Le parole dell'Agenzia Regionale di Sanità sulla base di varie ricerche internazionali

Coronavirus

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Firenze, 29 maggio 2020 - Una buona notizia in vista della tanto agognata riapertura delle scuole. I bambini non solo si ammalano meno di covid19 e con conseguenze molto meno pesanti (al punto che i decessi sono estremamente rari) ma addirittura la loro carica virale avrebbe livelli più bassi rispetto agli adulti e questo dovrebbe ridurre, anche se non annullare il rischio di trasmissione. Lo sostiene un articolo pubblicato sul sito dell'Agenzia Regionale di Sanità Toscana, che prende in esame una serie di studi pubblicati di recente.  Sono appena usciti su Jama infatti i risultati di un'analisi un’analisi retrospettiva su RNA da cellule dell'epitelio nasale di soggetti con e senza asma di età compresa tra 4 e 60 anni all'interno del Mount Sinai Health System di New York raccolte nel periodo 2015-2018. Dai dati è emerso che l’espressione del gene ACE2 (cioè il recettore che il Sars-Cov2 ) dipende dall’età: é più bassa nei bambini sotto i dieci anni e aumenta con l’età. Secondo i ricercatori "questo potrebbe spiegare il fatto che non solo i bambini si ammalano di meno, ma anche che sono meno contagiosi". E c'è di più: secondo una recente revisione sistematica della letteratura disponibile in Medline e Embase (all’11 maggio 2020 ha esaminato 700 tra articoli e lettere scientifiche e 47 testi completi) se è vero che i dati sulla carica virale in corso di infezione da Covid-19 sono scarsi, tuttavia appare molto probabile che i bambini abbiano " livelli più bassi rispetto agli adulti e questo dovrebbe ridurre, anche se non annullare il rischio di trasmissione". Inoltre  "gli studi sulla trasmissione nelle famiglie mostrano che raramente i bambini sono il caso indice e i casi studio suggeriscono che i bambini con Covid-19 raramente causano focolai". Per altro "ricerche precedenti sulla trasmissione delle malattie respiratorie suggeriscono che i bambini in età scolare interagiscono principalmente con individui della stessa età, piuttosto che con persone più anziane. Quindi più tempo i bambini trascorrono in asili e scuole e più possono diminuire la loro esposizione alle persone anziane, come ad esempio i nonni, a rischio di malattia grave".

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