Coronavirus: "Un'ora d'aria per i nostri bimbi", crociata delle mamme in tutta Italia

Intervista con Maddalena, una delle promotrici a Milano della petizione. “Non siamo genitori irresponsabili, perché possiamo portare a spasso il cane e nostri figli no?”

Bambini con mascherina

Bambini con mascherina

Firenze, 31 marzo 2020 - Sorretti dalle considerazioni di medici, studiosi, pedagogisti, psicologi dell'età evolutiva, si moltiplicano in Italia le petizioni per permettere ai bambini di poter passare almeno un'ora fuori dalle mura domestiche, rispettando tutte le misure di sicurezza. La Toscana vede molti firmatari, ma la crociata attraversa un po' tutto lo stivale. Abbiamo intervistato Maddalena, una delle promotrici dell'appello che ha raccolto centinaia di adesioni a Milano Da dove nasce questa idea della petizione?

"Siamo tutti consapevoli del fatto che ci troviamo nel bel mezzo di una grave pandemia, ci mancherebbe. Noi diciamo solo che bambini e ragazzi rappresentano 10% della popolazione, e da tre settimane sono costretti a stare chiusi in casa 24 ore al giorno in appartamenti spesso piccoli, convivendo gli spazi con tanti familiari. Una situazione, non sempre rosea per altro, che è già stata evidenziata come pericolosa, a lungo andare, per la loro salute psciofisica. Abbiamo notizie ad esempio di madri single che vengono multate perché, vanno a fare la spesa con il proprio figlio in quanto non sanno dove lasciarlo. C'è una campagna fortissima per stringere le maglie dei provvedimenti. E allora ti ritrovi famiglie di 4 o 5 persone che vivono reclusi da giorni in appartamenti di 40 metri quadri senza balconi. Sono situazioni frequenti qui a Milano , non stiamo parlando di eccezioni. Quindi noi chiediamo chiarezza ed un pronunciamento esplicito". Non temete che un'iniziativa del genere possa favorire l'ulteriore diffusione del contagio, soprattutto in zone già a rischio come Milano e la Lombardia?

"Questa è l'obiezione più ricorrente che ci viene fatta. Ma è alquanto singolare: i genitori non sono degli irresponsabili che mettono a repentaglio la salute dei propri figli per un vezzo. Tutti noi abbiamo a cuore i nostri figli e chiaramente non vogliamo né che si ammalino né che siano veicolo di contagio. Ma siamo gli stessi genitori che facciamo ordinatamente file di ore ai supermercati per comprare del cibo per la nostra famiglia. Che possiamo portare a spasso il cane. Possibile che poi siamo considerati incapaci solo quando si tratta di accompagnare i nostri figli per una passeggiata, con tutte le precauzioni del caso? Il nostro intento è quello aprire una discussione perché la situazione sarà lunga. Vogliamo parlare anche di questi bambini chiusi in casa da un mese e ancora per quanto? E poi la crisi del coronavirus affonda le sue radici non in chi passeggia a debita distanza e senza assembrarsi, ma al disinvestimento pesantissimo che è stato fatto negli anni sulla sanità pubblica. E, se vogliamo dirla tutta, anche alle politiche poco lungimiranti dei nostri amministratori. Penso ad esempio a quello slogan 'Milano non si ferma' del nostro sindaco che ha fatto perdere tempo preziosissimo all'inizio, quando magari era il caso di intervenire. E poi non dobbiamo dimenticare che ci sono decine di migliaia di persone ancora oggi  attive su servizi non essenziali". Che reazioni avete avuto al vostro appello?

"Si discute. Il gruppo consiliare del PD ha lanciato un appello simile, ma a nostro parere debole, perché riguarda solo chi si trova in determinate condizioni , ma non tutti hanno giardini o cortili condominiali. La Regione al momento invece dice che non è un problema suo e che bisogna chedere a Roma".

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