Coronavirus, la cooperativa Giocolare reinventa l’assistenza ai ragazzi disabili

La cooperativa opera sui territori di Bagno a Ripoli, Valdisieve e Valdarno

La didattica a distanza della Cooperativa Giocolare

La didattica a distanza della Cooperativa Giocolare

Firenze, 7 aprile 2020 – Ai tempi dell’emergenza legata alla diffusione del coronavirus, il lavoro della Cooperativa Giocolare, aderente al consorzio Co&So, non si ferma e mette in campo modalità diverse per non far mancare il supporto alle famiglie di 50 bambini e ragazzi che abitano nella zona di Bagno a Ripoli, Valdisieve e Valdarno. L’équipe di riferimento di ogni bambino porta avanti un lavoro di coordinamento condividendo le stesse modalità di lavoro, ognuno con le proprie specifiche attività. Va avanti così l’educazione scolastica, legata alla didattica e affiancata da laboratori ricreativi, mentre i terapisti dell’ Unità Funzionale Salute Mentale Infanzia Adolescenza sud est coordinati dalla dirigente Alba Murano, si occupano delle attività ludico-riabilitative, della creazione di supporti visivi e comunicativi, delle strategie di gestione dei comportamenti più problematici, della distribuzione di un manuale di supporto creato ad hoc per i genitori. “Siamo partiti dalla proposta di una routine strutturata in cui venissero definiti i vari momenti da dedicare alle attività, ai pasti, ai tempi liberi, al sonno - spiega Giulia Lupo, referente dell’Area Disabilità Infanzia - Adolescenza della Cooperativa Giocolare -. Adesso abbiamo creato un calendario delle chiamate che i genitori possono fare con le varie figure coinvolte, in modo che ogni giorno la famiglia riceva almeno una chiamata. 

E anche gli adolescenti con disabilità  continuano ad essere seguiti tramite incontri in videochiamata concordati con la famiglia "durante i quali - aggiunge Lupo - si presta particolare attenzione alla gestione delle attività scolastiche da casa, all’organizzazione dei compiti assegnati, al tempo libero e si strutturano attività in continuità con i progetti avviati. Senza mai tralasciare di monitorare lo stato emotivo di ognuno dei ragazzi”. “Questa emergenza - conclude Giulia Lupo - ha rivoluzionato le nostre modalità di lavoro, stiamo scoprendo nuove forme di fare educazione che, nonostante i molti dubbi iniziali, stanno dando risultati molto positivi”. Ilaria Biancalani

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