Concorsi a Careggi, interrogatori terminati: in 12 rischiano l’interdizione

L’ultima giornata di interrogatori si è concentrata sulla 'Cia', la commissione interna che aveva il potere di indirizzare le politiche dei concorsi

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Firenze, 16 febbraio 2019 - Il gudice per le indagini preliminari Anna Liguori ha ora da sbrogliare la matassa: dopo aver letto le sessanta pagine in cui il pm Tommaso Coletta riassume mesi di intercettazioni e verbali, dopo aver ascoltato chi ha deciso di parlare o di difendersi attraverso una memoria scritta, deciderà se i dodici baroni dell’Auo di Careggi «meritano» o no l’interdizione richiesta dalla procura. Che significa anche, promuovere o bocciare un’inchiesta potenzialmente esplosiva.

Ieri gli ultimi quattro professori sono comparsi nell’ufficio del giudice. Qualcuno ha parlato, come Fabio Cianchi che, accompagnato dal suo legale Pier Matteo Lucibello, ha fornito per un’ora abbondante la sua versione dei fatti contestati. Il dermatologo Nicola Pimpinelli, invece, ha fatto discutere il difensore Paola Pasquinuzzi, per evitare l’emissione dell’interdizione che metterebbe a repentaglio anche l’attività a servizio dei malati. C’è chi invece, dimettendosi dalle cariche, avrebbe fatto decadere il suo «potere» e dunque l’interdizione sarebbe superflua.

L’ultima giornata di interrogatori si è concentrata sulla «Cia», la commissione interna che aveva il potere di indirizzare le politiche dei concorsi.

Politiche che avrebbero penalizzato soprattutto Oreste Gallo, l’associato di otorinolaringoiatria che con i suoi esposti ha messo in moto la guardia di finanza, e un altro professor, Pasquale Gallina, invisi al presunto «sistema».

«Gallo? E’ un bischero al quadrato», dice, intercettato, il professor Santucci. Tra gli indagati, per aver alterato il processo di ’scelta’, c’è anche l’ex prorettore Paolo Bechi, l’ordinario Massimo Innocenti, l’ex direttore del Dcmt Marco Santucci, i prof Donato Nitti, Gabriella Pagavino, Gianni Virgili che, con le loro condotte, dicono i capi d’imputazione, avrebbero influito sui procedimenti di programmazione. Cambiandone gli esiti. Anche il professor Della Puppa sarebbe stato prima scelto, poi fatto entrare. Grazie anche alla complicità dei tre giudici, i prof che componevano la commissione giudicante: Domenico D’Avella, Roberto Delfini, Franco Servadei. Anche su di loro, accusati di abuso d’ufficio, pende il rischio dell’interdizione.

ste.bro.

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