Firenze, le verità delle stragi di mafia. "Fondamentali i collaboratori di giustizia"

Parla l'avvocato penalista Massimo Batacchi difensore di "pentiti" di mafia imputati nelle stragi avvenute nel '93-'94

Firenze, 23 gennaio 2023 - Cosa c'entra la mafia con Firenze. La mente piomba subito alla notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993 quando il centro fu squarciato da un'esplosione così potente da lasciare ancora oggi una profonda ferita aperta. Sono passati 30 anni, ma ancora i familiari delle vittime chiedono giustizia e verità. In quel periodo di stragi e terrore l'avvocato Massimo Batacchi, penalista fiorentino, ha difeso alcuni collaboratori di giustizia imputati per tutte le stragi avvenute in Italia, compresa quella dei Georgofili. 

L'avvocato penalista Massimo Batacchi (Cabras/New Press Photo)
L'avvocato penalista Massimo Batacchi (Cabras/New Press Photo)

Avvocato, lei parla di "metodo fiorentino", cos'è e in che modo si lega con la cattura di Messina Denaro?

"Parlando di "metodo fiorentino", si fa riferimento a come la Procura di Firenze si mosse nelle indagini finalizzate a individuare i responsabili delle stragi di mafia del '93. La Procura infatti svolse gli accertamenti compiendo una ricostruzione certosina di tutto quanto avvenuto. Ricostruì le condotte di decine di imputati, tra i quali appunto Matteo Messina Denaro, arrivando così a fornire alla Corte d'Assise di Firenze un quadro probatorio assolutamente inattaccabile. Furono infatti comminati 14 ergastoli e la sentenza ha resistito a tutti i gradi di giudizio ed è oggi divenuta definitiva. I giudici fiorentini si sono occupati anche delle stragi compiute a Roma e Milano nel '93 in quanto si resero conto che la matrice di queste azioni criminali era la stessa. La maggior gravità della strage dei Georgofili rispetto alle altre comportò che tutte venissero giudicate dall'autorità giudiziaria fiorentina. A mio avviso quindi il "metodo fiorentino" rappresenta la concretizzazione delle modalità di indagine  in materia di mafia che aveva ideato e sostenuto Giovanni Falcone e che necessariamente deve essere stato utilizzato per arrivare alla cattura di Messina Denaro".

Come viene ritenuto attendibile un collaboratore di giustizia? In che modo "aiuta" lo Stato?

"Deve dire la verità, ma non basta. Deve chiarire la propria condotta criminale e fornire all'autorità giudiziaria informazioni dotate del carattere di novità e rilevanti per scoprire i responsabili di delitti commessi con modalità mafiosa. Quello che il collaboratore racconta deve essere caratterizzato anche dall'utilità dell'informazione. Ad esempio, un collaboratore di giustizia che ha commesso un omicidio può aiutare l'autorità giudiziaria facendo individuare eventuali ulteriori responsabili dell'omicidio, facendo trovare le armi usate per commettere il delitto. Le indagini sono caratterizzate dall'utilizzo di molti strumenti: intercettazioni, microspie, pedinamenti, tabulati telefonici. Tuttavia, a mio parere, un elemento essenziale per arrivare a un accertamento completo della verità è l'apporto che può fornire un collaboratore di giustizia". 

Lei è stato avvocato di Antonio Scarano, uomo di punta di Messina Denaro, chi era e cosa ha rivelato il suo pentimento anche in relazione all'attentato dei Georgofili?

"Scarano ha aiutato l’autorità giudiziaria a  ricostruire tutte le stragi avvenute tra il '93 e il '94. Non prese parte ad alcun titolo a quella dei Georgofili, tuttavia ha fornito molte informazioni su Messina Denaro che è stato condannato all'ergastolo per essere stato uno dei mandanti della strage di Firenze. Tra gli elementi fondamentali utilizzati dalla Corte d'Assise di Firenze un ruolo fondamentale lo hanno svolto i collaboratori di giustizia". 

Secondo lei Messina Denaro collaborerà?

"E' impossibile da prevedere. Quello che credo sia sicuro è che se dovesse parlare, dato il suo ruolo apicale nell'organizzazione mafiosa, potrebbe consentire di chiarire finalmente quella parte delle indagini, relative alle stragi, che ancora è rimasta senza soluzione. Quella appunto relativa all'esistenza di eventuali mandanti occulti".

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