Coez: "Cantando nel nome del rap"

Doppia fermata per il Volare Tour, stasera al Viper Theatre e domani al Tuscany Hall. Dopo due anni di pausa

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di Giovanni Ballerini

"Ho scelto due location differenti, la prima è il Viper dove ho suonato prima di arrivare a un pubblico più vasto, l’altra è più grande e accoglierà più gente". Il Volare Tour di Coez fa tappa a Firenze e il primo concerto, stasera al Viper è sold out da settimane, ci sono ancora biglietti invece per il live al Tuscany Hall di domani, 8 maggio. Sempre in bilico fra cantautorato e rap, il vocalist di Nocera Inferiore, classe 1983,come ha dimostrato anche al concertone del Primo Maggio, è artista pop, ma anche idolo hip hop. Lo confermerà on stage le grandi hit e i nuovi brani dell’ultimo album uscito per Carosello Record "Volare", disco d’oro.

Coez, come ha organizzato il concerto?

"Il live ha un impatto sonoro abbastanza scuro e forte, soprattutto nei primi due blocchi, poi via via va ad aprirsi con tutte le canzoni anche dei vecchi album". Dopo tanto Una festa del ritmo? E’ un tour molto bello Abbiamo tutti bisogno di suonare perché due anni di silenzio sono stati problematici per noi artisti, la band, i tecnici, ma anche per il pubblico che ha tanta voglia di abbracciarci e si vede in ogni live. E’ un tour speciale e siamo contenti di viverlo appieno".

Chi ha al suo fianco sul palco? "Siamo in sei. Alessandro Lorenzoni alle chitarre, Mario Sbordoni alle tastiere, il mio dj White Trash ai giradischi e ai campionatori, Giuseppe Tortona alla batteria e il mio produttore Daniele Dezi, in arte Orang3, al basso, caposquadra e direttore d’orchestra della band".

Una bella formazione per un rapper.

"E’ un concerto totalmente suonato. Io sono il meno musicista di tutti, veniamo dal rap, ma c’è molta cura per i live. E, grazie a Orang3 è il set più bello che abbiamo fatto sinora e vede in evidenza i nuovi brani. Per il tour estivo vedo invece quello che funziona di più e i suoni sono più aperti e il concerto più corale. E’ importante allestire una scaletta adatta ai posti dove suoniamo".

Le sue canzoni che temi trattano?

"Parlano d’amore, ho chiamato l’ultimo album Volare perché volevo che sottolineare un linguaggio universale, sospeso, poetico, poco legato all’attualità, a cose che sarebbero invecchiate. La novità di questo disco non sono comunque i testi, ma il sound, che è un po’ più prepotente, adatto al pubblico dei club".

Che pensa del boom del rap anche in Italia?

"Di quello che è in classifica oggi non rimarrà molto negli anni. E’ capitata la stessa cosa con gli anni Ottanta, i di tanti artisti che allora spopolavano non sappiamo più nulla. E’ ciclico, è sempre stato così. Credo che invece continuerà ad avere successo chi riuscirà a legare i nuovi ritmi con la canzone italiana. Come ha fatto Vasco, che ha legato la veste da rocker, le chitarre elettriche alla melodia, alla canzone d’autore".

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