Firenze è la seconda città piu 'smart' d'Italia / VIDEO

Il capoluogo toscano registra risultati eccellenti sui fronti attrattività turistico-culturale e trasformazione digitale

Firenze è la seconda città più smart d'Italia

Firenze è la seconda città più smart d'Italia

Firenze, 17 ottobre 2018 - Firenze è la seconda città più smart d’Italia, che per un soffio toglie la seconda posizione a Bologna. Il capoluogo toscano registra risultati eccellenti sui fronti attrattività turistico-culturale e trasformazione digitale (prima posizione) e si colloca fra le prime città per mobilità sostenibile, stabilità economica, istruzione, lavoro, partecipazione civile ed energia.

Il primo posto spetta a Milano per il quinto anno consecutivo, con un distacco di quasi venti punti dalla seconda classificata e ottimi risultati soprattutto negli ambiti di solidità economica, ricerca e innovazione, lavoro, attrattività turistico-culturale, anche se ancora in ritardo nelle dimensioni ambientali, come il consumo di suolo e territorio (appena 76ª) e qualità dell’aria e dell’acqua (solo 96ª).

Bologna, invece, conferma la sua leadership negli ambiti del lavoro, energia e governance e partecipazione civile e guadagna un ottimo posizionamento per trasformazione digitale, istruzione, ricerca e innovazione e inclusione sociale. Alle spalle del capoluogo lombardo emergono, staccandosi sempre più nettamente dalle altre, due città medio grandi come Firenze e Bologna, che hanno finora saputo interpretare al meglio le sfide della sostenibilità e dell’innovazione. Il capoluogo toscano ha il suo ovvio punto di forza nella consolidata attrattività turistico-culturale, alla quale ha però saputo affiancare una performance di eccellenza che le ha consentito di raggiungere il primato nella trasformazione digitale, oltre a posizioni di vertice nella mobilità sostenibile (2°), stabilità economica (3°), istruzione (3°), lavoro (4°), partecipazione civile (5°) e energia (6°).

“La mobilità costruisce la città del futuro perché non incide solo nel modo in cui i cittadini si muovono – spiega il sindaco Dario Nardella - ma anche sulla qualità urbana e la trasformazione delle nostre periferie. Quattro anni fa non ce l’avevamo, mentre oggi abbiamo quattro operatori di Car Sharing di cui uno elettrico, e siamo gli unici insieme a Milano ad averlo. Abbiamo un operatore di Bike Sharing, siamo stati i primi e ora siamo arrivati, in poco meno di un anno, ad avere 200mila registrazioni. Abbiamo predisposto in questi giorni la call per il bike sharing elettrico e siamo lavorando sull’area metropolitana. La nostra visione sulla smart mobility è una visione integrata che si basa su tre concetti, il primo del quale è un grande investimento sull’infrastruttura pubblica, la tramvia. Siamo l’unica città italiana che ha una flotta intera di taxi elettrici: abbiamo 70 taxi e vogliamo raddoppiarla, entro 4 anni vogliamo avere tutta la flotta green, o elettrica o ibrida, eliminando le auto a motore termico classico. Oggi a Firenze abbiamo un punto di ricarica elettrico ogni mille abitanti, ed è il dato più alto di qualunque città italiana, e in numeri assoluti abbiamo più colonnine elettriche di Milano”.

La presentazione del report delle città italiane più Smart, e dunque vicine agli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda 2030 dell’Onu, è avvenuta al Palazzo degli Affari, dove sono in programma due giorni di incontri, seminari, workshop e Academy di formazione sui più importanti temi dell’innovazione urbana, che si sono aperti con l’intervento del sindaco di Firenze Dario Nardella e la presentazione di ICity Rate 2018, il Rapporto di FPA che consente di stilare la classifica delle città italiane più smart e sostenibili. La classifica è stata svelata aI City Lab 2018, l’annuale appuntamento sulle città organizzato da FPA, società del gruppo Digital360, che si tiene a Firenze con il patrocinio del Comune.

“Dal rapporto ICity Rate 2018 emerge quanto sia cruciale il ruolo del capitale umano nel determinare il posizionamento complessivo delle città – afferma Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA –. Le tre città leader nella classifica generale, Milano, Firenze e Bologna, infatti, lo sono anche negli ambiti trasformazione digitale e lavoro, e si collocano al vertice anche nelle dimensioni istruzione, attrattività turistico-culturale e partecipazione civile, risultati che in parte riflettono e in parte determinano il loro superiore dinamismo. D’altra parte, però, è altrettanto chiaro che la sostenibilità sia un obiettivo ancora lontano per le città italiane, anche per quelle più avanzate nello sviluppo della smart city, che appaiono in difficoltà nella gestione e conservazione della qualità dell’aria e dell’acqua, dei rifiuti e del territorio. Le città leader devono perciò impegnarsi maggiormente su questi versanti, dove nei prossimi anni saranno proprio le nuove tecnologie basate sull’elaborazione e l’utilizzo dei dati prodotti dagli strumenti di sensoristica intelligente a offrire nuove opportunità di governo responsabile e rispondente”.

“Le tre città al vertice di ICity Rate 2018 seguono un modello di sviluppo e di governance urbana molto diversi, ma capaci di portare buoni risultati in molti delle dimensioni analizzate dalla ricerca – prosegue Dominici –. Milano, con i suoi elevati livelli di sviluppo, la distribuzione settoriale e quantitativa delle sue attività produttive, l’appartenenza piena alla rete delle città europee nodi di interscambio internazionale, è un’eccezione difficilmente replicabile altrove. Firenze è riuscita ad affiancare al suo tradizionale punto di forza, la cultura e il turismo, ottimi risultati nella trasformazione digitale, nel lavoro, nell’istruzione e nella mobilità sostenibile. Bologna, invece, è riuscita a ottenere il primato nella dimensione lavoro, consolidando allo stesso tempo i suoi punti di forza nell’energia e nella governance e partecipazione civile. Il tradizionale divario Nord/Sud si ripropone non solo negli ambiti di ritardo più conosciuti (lavoro, solidità economica) ma anche nei settori maggiormente innovativi (ricerca e innovazione, trasformazione digitale, energia). Si nota, inoltre, l’emergere di sette piccole realtà urbane innovative che realizzano i più significativi miglioramenti di posizione in classifica grazie alla combinazione di insediamenti innovativi, buona gestione di servizi funzionali e tutela delle condizioni di sicurezza e legalità”.

Nel percorso di sviluppo della Smart City non accenna a ridursi il divario fra il Nord e il Sud del Paese. Le prime venti città in classifica appartengono alle aree centro-settentrionali e sono collocate al Nord le sette città che hanno scalato più posizioni rispetto al 2017 (Pordenone, Cremona, Udine, Treviso, Biella, Lodi e Belluno). Bisogna scendere fino al 43° posto per trovare la prima città del Meridione in classifica e Isole, Cagliari, che guadagna quattro posizioni rispetto al 2017, mentre si segnala anche il dinamismo di Lecce, 62ª, che guadagna nove posizioni. La coda della classifica però è occupata da sole città meridionali, con Agrigento fanalino di coda, preceduta da Vibo Valentia, Caltanissetta, Trapani, Crotone, Taranto, Enna, Brindisi, Caserta e Benevento. Le città più smart d’Italia nel 2018 si trovano al Centro-Nord: tutte le prime 21 smart city in classifica appartengono a questa area, mentre le 21 in fondo alla graduatoria si collocano al Sud e Isole. Un divario che, se si considera il punteggio medio delle prime e delle ultime classificate, in un anno è cresciuto di 15 punti (da 250 a 265), e di 17 punti se si considerano solo le prime e le ultime dieci città (da 115 a 132). Il gap non riguarda soltanto le dimensioni su cui gravano pesanti ritardi strutturali nel Mezzogiorno (occupazione, solidità economica, ricerca e innovazione), ma anche quegli ambiti, come l’energia e la trasformazione digitale, in cui ci sarebbero le opportunità per accorciare le distanze. Gli unici ambiti in cui le città meridionali riescono a contenere il distacco e in alcuni casi ad affacciarsi ai vertici delle graduatorie nazionali sono quelli ambientali (verde urbano, suolo e territorio e soprattutto acqua e aria). Vibo Valentia, Brindisi e Nuoro sono tra le prime dieci città italiane per tutela di acqua e aria; Messina e Matera per il verde urbano; L’Aquila, Ragusa, Lecce e Crotone per suolo e territorio.

Per il resto solo Cagliari riesce a inserirsi in due ambiti (istruzione e sicurezza) tra le prime ventuno, Lecce emerge solo per trasformazione digitale, Oristano, Chieti e Isernia per i rifiuti e Nuoro per l’inclusione sociale. Non mancano, tuttavia, città del Sud e delle Isole che hanno mostrato segni di dinamismo. Oltre a Cagliari (che migliora dalla 47° alla 43° posizione in classifica generale), si individuano Lecce (che guadagna nove posizioni), Nuoro, Cosenza, Catania e Catanzaro i cui indicatori, almeno in alcuni ambiti, fanno rilevare dei significativi progressi migliorando il posizionamento complessivo. Ma anche all’interno del virtuoso Centro-Nord ci sono alcune aree che spiccano più di altre. Tra le prime 21 città della graduatoria ben 17 appartengono all’area formata dalla Lombardia e dalle regioni del Nordest e altre 14 sono comprese tra la 22° e la 42° posizione. Nel complesso, 31 delle 35 città di questa area si collocano nelle fasce “alta” e “medio-alta” della classifica. I risultati di ICity Rate 2018 sembrano dunque confermare che, anche dal punto di vista dell’intelligenza e della sostenibilità urbana, vi sia un nuovo triangolo di sviluppo che comprende Lombardia, Emilia-Romagna e Triveneto. Nella top ten c’è una forte componente di città medie di qualità. Alcune confermano i già ottimi piazzamenti dello scorso anno migliorandoli: Trento, passata dal quinto al quarto posto e prima nella gestione dei rifiuti, Bergamo, che sale dalla sesta alla quinta posizione e ottiene la medaglia d’argento per solidità economica.

Maurizio Costanzo

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