Ciatti, ucciso in Spagna. Cinque anni senza Niccolò, il padre: "Ogni estate è peggio"

A Scandicci messa per il 22enne. Rabbia per la fuga del ceceno Bissoultanov condannato per l'omicidio

La famiglia di Niccolò Ciatti

La famiglia di Niccolò Ciatti

Firenze, 13 agosto 2022 - "Cinque anni fa, in questo momento, stavamo entrando nell’ospedale di Girona". Il 12 agosto è il giorno più triste, in casa Ciatti. È l’anniversario della morte di Niccolò, finito con un calcio sulla pista della discoteca St Trop di Lloret de Mar. Calcio sferrato, con una tecnica da professionista, dal ceceno Rassoul Bissoultanov. "Sembra incredibile, ma ogni anno è peggio", si sfoga babbo Luigi, entrando nella chiesa di Casellina dove ieri sera, come ogni estate da quel maledetto 2017, la famiglia ricorda il figlio morto a soli 22 anni.

Una morte ancora senza giustizia: dopo il processo in Spagna e la condanna a quindici anni in primo grado del ceceno, l’imputato, che si trovava a piede libero, ha fatto perdere le sue tracce. Da un mese, è un latitante, ricercato da un mandato d’arresto europeo.

"Ci aveva già provato una volta - aggiunge Luigi Ciatti - e stavolta l’ha studiata meglio. Era scritto che ci avrebbe provato, con un obbligo di firma settimanale. Adesso abbiamo capito che nessuno lo cerca: bisogna che inciampi in un controllo".

Al dolore, che non accenna a diminuire, per la perdita di un figlio, si aggiungono anche i patemi per un percorso giudiziario sempre più in salita. "Abbiamo fatto ricorso contro la condanna spagnola, chiediamo una pena adeguata per un omicidio volontario, invece per il giudice non era un assassinio così grave", dice ancora Ciatti, nell’incertezza di quello che potrà accadere, nel giudizio d’appello, se persisterà l’assenza dell’imputato.

In Spagna, non sono previsti processi in contumacia, ma paradossalmente un eventuale stop del secondo grado di Barcellona, potrebbe far avanzare il procedimento parallelo in corso a Roma. A Bissoultanov sarà applicata la pena dell’ordinamento giudiziario che giungerà per primo alla conclusione dell’iter.

In Italia, per il reato che gli viene contestato, Bissoultanov rischia anche l’ergastolo. "E con le prove che i carabinieri del Ros hanno trovato, anche il secondo ceceno può essere inquisito e condannato", dice ancora il padre di Niccolò. La corte d’assise di Roma ha in calendario tre prossime udienze, la prima il 30 settembre. Il 31 ottobre, se non ci fossero intoppi, potrebbe arrivare anche la sentenza.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro