"Cibo e acqua sosterranno 1500 persone"

Il carico di aiuti umanitari di Shalom in Burkina Faso, dove fame e terrorismo stanno devastando il Paese. Il primo racconto della missione

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Il risultato della raccolta fondi è arrivato in Burkina Faso: ora circa 1500 persone hanno ricevuto riso e olio che consentirà loro di sopravvivere ancora settimane. E’ uno dei risultati della missione umanitaria del Movimento Shalom Onlus intrapresa da una delegazione composta da otto volontari e guidata da don Andrea Cristiani, fondatore dle movimento e parroco della Collegiata. Con don Cristiani sono andati in Burkina Faso il presidente Vieri Martini, accompagnati da Andrea Gozzini, Alessandro Degl’Innocenti, Ciro Farella, Renato Amoroso, Luciano Campinoti e Enrico Spinelli.

La delegazione si è recata nel Paese sub-sahariano nonostante le grandi difficoltà legate al terrorismo jihadista. Il viaggio è stato organizzato con grande cura ed in massima riservatezza per tutelare i volontari. La permanenza si è concentrata nella capitale Ouagadougou ed in una trasferta scortata dalla gendarmerie ad ovest, nella città di Banfora. La ragione principale della spedizione stava nel finalizzare l’ennesimo risultato raggiunto dal “progetto acqua” del Movimento Shalom, che ha visto la fornitura di una trivella con l’apporto finanziario di oltre trecentomila euro della fondazione Aurora. Nel primo anno di funzionamento sono stati ben 50 i pozzi trivellati che hanno permesso di dare acqua a migliaia di persone in estrema povertà.

"La situazione del Burkina Faso è sempre più allarmante – racconta Vieri Martini presidente di Shalom - gli attacchi terroristici sempre più frequenti e volti e destabilizzare definitivamente l’ordine del Paese. Nei giorni di permanenza, una imboscata jihadista ha portato al rapimento di 77 donne nel nord del Burkina. La crisi alimentare è tragica, con intere zone irraggiungibili dai convogli umanitari". Sono circa due milioni gli sfollati .

I progetti dell’associazione riescono con fatica ad andare avanti grazie all’impegno dei membri bukinabé, ma la situazione è sempre più pressante. "Si vuole dare voce agli urli di aiuto lanciati dalla popolazione che rimangono inascoltati - dice don Andrea Cristiani -. Se non ci sarà un concreto intervento degli organismi sovrannazionali, si assisterà ad un disastro senza precedenti". Basti pensare la dura crisi che sta vivendo anche l’università costruita da Shalom a Ouagadougou dove molti studenti non riescono più a mantenersi agli studi.

C. B.

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