Chiude la Bekaert: "La traduttrice tremava quando ha capito cosa doveva dirci"

Figline Valdarno, manifestazione in piazza con cinquemila persone per i 318 tra operai e impiegati che dovranno lasciare il lavoro

Una manifestazione a Figline per i lavoratori Bekaert

Una manifestazione a Figline per i lavoratori Bekaert

Figline Valdarno (Firenze), 30 giugno 2018 - Una serata non facile. Anche se avere l'affetto di cinquemila persone in qualche modo mitiga il momento nero. Figline Valdarno vive un momento tra i più drammatici per la chiusura della Bekaert: l'azienda che produce mini-cavi d'acciaio per pneumatici manda a casa 318 persone tra impiegati e operai. Un colpo durissimo per l'economia locale, che su questa fabbrica fino a ora si era poggiata.

Tra incertezze per il futuro e lacrime, nella serata di venerdì 29 giugno c'è stata una grande manifestazione con il supporto del Comune di Figline Incisa. In cinquemila sono scesi in piazza a Figline, riempiendola. Cinquemila persone che si sono strette alle 318 famiglie. Tanti i momenti di commozione sul palco.

La testimonianza più toccante è stata quella di Giovanni, uno dei 318: "Siamo cresciuti insieme alla fabbrica e la fabbrica è cresciuta insieme a noi - dice davanti al microfono - Grazie a questa fabbrica ci siamo arricchiti in qualche modo. Abbiamo fatto figli, abbiamo comprato case. Tutto questo si è riversato sul territorio". Il 22 giugno è finito tutto.

"Ci siamo trovati a vivere - dice l'uomo - un momento surreale. Ricordo la ragazza che stava traducendo quello che dicevano i dirigenti. Quando ha capito cosa doveva tradurre ha cominciato a tremare e a guardarci. Ricordo anche le facce incredule dei miei colleghi. Quando siamo usciti fuori sono iniziati ad arrivare i familiari muti, con in mano le lettere che erano arrivate a casa".

Giovanni ricorda quei momenti di smarrimento: "Sono gli operai che sono andati a mettere in sicurezza gli impianti. I dirigenti se ne sono andati". La battaglia della Bekaert proseguirà anche in agosto, quando tecnicamente l'azienda andrà in ferie. Gli operai rimarranno comunque davanti alla fabbrica: "Chiediamo a tutti di sostenerci". 

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