Firenze chiude uno storico locale della movida, addio al Dolce Vita

Il punto d'incontro di piazza del Carmine non c'è più. E ora quale futuro?

Tantissimi i fiorentini che sono passati da piazza del Carmine per un aperitivo al Dolce Vita

Tantissimi i fiorentini che sono passati da piazza del Carmine per un aperitivo al Dolce Vita

Firenze, 3 aprile 2019 - Se n'è andato. E stavolta, probabilmente, è uno di quegli addii a strappo che fanno male ma sono per sempre. Anche se, forse, non era mai veramente tornato.

Ha chiuso i battenti il Dolce Vita di piazza del Carmine, sprangando la porta ai ricordi e alle emozioni del delizioso far niente, spritzettando e spizzicando, di almeno tre generazioni di fiorentini. Di sicuro di quelli nati fra gli anni Sessanta e Ottanta che lì, con un gomito sul bancone e il bicchiere nell’altra mano, hanno sorriso a un amore nuovo o comunque sempre alla vita, dolce che fosse o, a volte, meno.

Insomma non c’è più, lo storico locale sinonimo della movida fiorentina, aperto nel 1985, negli anni della Firenze da bere, quando si cominciava a importare da Milano quel leggero rito collettivo dell’aperitivo lungo, un dilettevole cazzeggiare dopo il lavoro, fra chiacchiere e sogni da indossare a pennello.

Forse era già morto. E i funerali si erano svolti in quella settimana di eventi celebrativi, nel 2014, quando Matteo Dolfi, uno dei soci che, cinque anni prima, aveva rilevato l’attività, si era arreso a un affitto divenuto ormai insostenibile. Con la nuova gestione, la riapertura del locale, dopo nove mesi di lavori.

Il Dolce Vita si era trasformato da bar glamour a club sofisticato e dall’aria distaccata, lontana, un po’ fredda. Un cambiamento drastico, forse troppo. La cucina fusion che mixava piatti toscani e orientali, con un menu da abbinare a cocktail della tradizione e a vini italiani e francesi e alle bollicine. Insomma negroni, mojito, moskow mule addio. Insieme alle carotine crude e ai crostini che impiastricciavano le dita. Il taglio con il passato nel quartiere più romantico di Firenze, forse non ha premiato o forse chissà.

Il fatto è che i nuovi gestori del locale lo hanno chiuso e se ne sono andati, portandosi via il cuore e la licenza di somministrazione. Gioco forza il proprietario del fondo, Gennaro Grosso, dovrà trovare nuovi affittuari. Il problema è che con il nuovo Regolamento Unesco varato dal Comune, arricchito della norma anti furbetti, non potrà aprire un nuovo locale di quel tipo. E neppure un bar. E nemmeno un ristorante. O un kebab e simili. A meno che un altro gestore nel centro storico non decida di chiudere e trasferirsi in quella piazza del Carmine oggi trasformata, pedonalizzata e il resto. Sperando che i lavori non le abbiano rubato l’anima.

Il futuro? Lo scopriremo vivendo. Un negozio di antiquariato, di abbigliamento, di bellezze artigiane. Ma addio poesia degli aperitivi e delle ore piccine, Dolce Vita che te ne vai.

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