Apple censura il biancone, in rivolta gli esperti: "L'arte non è pornografia"

Le parole della direttrice della galleria dell'Accademia

Stefan Sultan, l’ideatore della app censurata da Apple

Stefan Sultan, l’ideatore della app censurata da Apple

Firenze, 26 agosto 2017 - Nessuno  tocchi il Davide e neppure i suoi attributi. La notizia della app dedicata alle bellezze di Firenze giudicata da Apple adatta solo ai bambini di età superiore ai 12 anni per la nudità del Biancone, ha provocato la forte reazione dei fiorentini che, come sempre, hanno utilizzato anche l’ironia per discutere la decisione del colosso informatico di Cupertino.

Imbattibile magari per quanto riguarda i sistemi operativi, i computer e i dispositivi multimediali ma, evidentemente, piuttosto bigotto quando si parla di nudo se può considerare forse pericolosa per i più piccoli un’opera d’arte senza veli. I commenti del ‘popolo’ però, in questo caso, sembrano coincidenti con quelli degli addetti ai lavori che di arte si occupano ogni giorno: «Ho letto i vostri articoli con grande divertimento ma trovando la cosa abbastanza paradossale – commenta ad esempio la direttrice tedesca della Galleria dell’Accademia Cecilie Hollberg –. Vengono citati i bambini come utenti potenzialmente disturbati dalla visione del Biancone ma francamente loro non c’entrano niente perché sono sempre le fantasie degli adulti che scattano. Nessun bambino, anche piccolo, è mai rimasto sconvolto dalla nudità del David, per loro è naturale. Un bambino non conosce la pornografia, vede nudi i genitori, i fratelli, gli amici. È una cosa naturalissima, un bambino non ci fa nemmeno caso. Puntare il dito su questa cosa è e sconvolgente, un’assurdità totale, poi su un capolavoro come il Nettuno. La nostra cultura da migliaia di anni ormai ha il nudo, è una cosa normale».

Sconcerto puro per un giudizio che lascia perplessi: «Il David – aggiunge Hollberg – non ha niente di pornografico, non c’entra niente è una cosa pseudo pudica, io preferisco un bel David nudo che tutti questi seminudi svestiti che girano per la città facendosi selfie. Bisognerebbe chiudere l’Italia, tutti i musei ma anche strade e piazze con questo criterio. Forse questa è semplicemente una buona idea di marketing da parte di Apple che potrebbe avere trovato il modo, con questo colpo, di far parlare di sé. Almeno lo spero».

Sulla stessa linea anche chi da anni si occupa di didattica museale per i più piccoli e ha potuto saggiare le loro reazioni di fronte a opere d’arte svestite: «Sono una educatrice della vecchia sezione didattica degli Uffizi e nella nostra formazione abbiamo sempre effettuato programmi con bambini dalla seconda, terza elementare fino ad oggi - racconta Lucia Montuschi, guida e direttrice dell’agenzia Exclusive Connection specializzata in tour di famiglie con bambini –. Quando affrontiamo questi temi, ad esempio quello dei miti che li affascina tantissimo, ci mettiamo di fronte ai bambini per lasciare loro ammirare la meraviglia della bellezza dell’arte che non deve essere schermata né condizionata da atteggiamenti razionali e moralisti degli adulti. Mai nella mia vita, in più di trent’anni, mi sono trovata a spiegare la storia del David o del Perseo vedendo atteggiamenti di vergogna o imbarazzo nei bambini di fronte ad un nudo. Il nudo non è volgare, non dobbiamo paragonarlo alla pornografia. I bambini devono avere un approccio con la bellezza, e il corpo nudo, fin dai Greci, è sempre stato esempio di armonia. Non possiamo permetterci di lasciare alle giovani generazioni una forma mentis sbagliata».

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