Cena della disobbedienza: i ristoratori sono pronti ad accendere i fornelli

Domani tutti i fornelli di Italia in rivolta. Le categorie: "No a simili comportamenti"

Momi El Hawi, promotore di #ioapro1501

Momi El Hawi, promotore di #ioapro1501

Firenze, 14 gennaio 2020 - Una data, 15 gennaio 2021. Un hastag #ioapro1501. Perché da quel giorno, e quindi da domani, chi aderisce sceglierà di non attenersi più alle fasce orarie imposte loro per l'apertura al pubblico e alle norme contenute nel prossimo Dpcm e riprenderanno a lavorare normalmente, a pranzo e a cena, da lunedì a domenica. Una protesta fissata la vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm che dovrebbe prevedere misure ancora più restrittive. Sono «30-40mila» i ristoratori pronti ad aprire i loro locali domani sera nonostante i divieti anti-Covid e quasi un centinaia a Firenze, secondo le previsioni di Momi El Hawi, una delle anime della protesta #Ioapro1501, che da due mesi non chiude i suoi tre ristoranti a Firenze, a dispetto delle inevitabili multe.

«Ne ho prese 8, l'ultimo verbale è di due giorni fa, ma vado avanti e i miei cinquanta dipendenti sono felicissimi perché in questo modo posso pagarli, mentre la cassa integrazione non si sa quando arriva - racconta Momi -. Aspetto anche domani sera i miei clienti, e per una volta decideranno loro il conto: la cena sarà a offerta libera, ovviamente con lo scontrino. A Firenze saremo quasi un centinaio”.

Sempre venerdì 15, quasi 300 locali rappresentati dal gruppo Ristoratori Toscana, di tutta Italia “aprono ma solo in sicurezza”. Dietro lo slogan “Perché a pranzo sì e a cena no?”, domani dalle 20 alle 22, simuleranno un'apertura serale con luci e musica accesa, la sala allestita e titolari e dipendenti e clienti presenti a pranzo, che si siederanno allo stesso tavolo, rispettando il distanziamento senza somministrazione, per dimostrare che il virus non ha orario e che se si può pranzare, rispettando tutti i protocolli, si può anche cenare.

L'associazione Ristoratori Toscana scende sul piede di guerra sulla riapertura serale ma "prende le distanze da forme di protesta" che vanno oltre le prescrizioni della legge. A confermarlo è il presidente Pasquale Naccari che è stato ricevuto oggi dal prefetto di Firenze, Alessandra Guidi, per parlare del rischio contagio nella ristorazione.

Ma oltre a questa iniziativa per i prossimi giorni ne sono annunciate altre. Sul terreno politico le istituzioni territoriali cercano di gettare acqua sul fuoco. "Ho letto della campagna per l'apertura serale dei locali ma non posso appoggiarla", commenta l'assessore al commercio della Toscana, Leonardo Marras che aggiunge: "La rabbia e la disperazione di chi opera nel settore della ristorazione sono ben comprensibili, ma non sono tollerabili comportamenti che violano le regole. Non è andando contro la legge che si ottengono risultati".

Anche le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti rinnovano l'appello a rispettare le regole. Questa mattina, i presidenti Aldo Cursano e Claudio Bianchi, hanno incontrato il prefetto Alessandra Guidi ribadendo la propria contrarietà verso iniziative che vanno in contrasto con le normative vigenti. “Lavoriamo da sempre al fianco delle imprese e siamo, a tutti i livelli, alla ricerca di soluzioni concrete e coerenti per la sopravvivenza delle attività economiche. Soluzioni, però, che non vogliono in nessun modo provocare danni e conseguenze ulteriormente negative, come pesanti sanzioni pecuniarie o addirittura la chiusura delle attività. Le nostre associazioni  rappresentano l’ultimo argine prima del caos, e lavoriamo per tutelare le legittime ragioni dei nostri rappresentati. Chiediamo però alle istituzioni scelte coerenti: vogliamo che le imprese possano lavorare applicando le regole e i protocolli di sicurezza approvati, ottenendo i giusti indennizzi per li attività che è imputabile a fattori esterni e chiediamo rispetto e dignità per il lavoro”.

 

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