Forteto, le rivelazioni, «Fiesoli scelse il padre di mio figlio dopo aver allontanato quello vero»

Il raccapricciante racconto di una ex ospite del Forteto, che arrivava da una famigia di Livorno / DI STEFANO BROGIONI CASO FORTETO IN PARLAMENTO / VAI ALLO SPECIALE FORTETO / FORTETO, L'OSCURO MIRACOLO ECONOMICO: CONTRIBUTI PUBBLICI PER 2,5 MILIONI

Rodolfo Fiesoli, fotografato pochi giorni fa davanti alla sua attuale abitazione (Germogli)

Rodolfo Fiesoli, fotografato pochi giorni fa davanti alla sua attuale abitazione (Germogli)

di Stefano Brogioni

Firenze, 28 giugno 2015 - Con il vero padre di suo figlio fu costretta ad interrompere i rapporti durante la gravidanza perché Rofoldo Fiesoli e i suoi fedelissimi le scolpirono in testa che non la cercava neppure. Poi, il profeta scelse uno dei giovani del Forteto e decise che sarebbe diventato lui il padre del bambino. La storia di Giulia e del figlio Daniele (i nomi sono di fantasia) è raccapricciante, se si pensa che oggi, dopo la “marchetta” (così venne definita la cieca obbedienza al profeta) per il riconoscimento al tribunale dei minori da parte del padre acquisito, è in corso la pratica opposta: il disconoscimento di quel genitore “a tavolino”. Giulia era stata adottata da una famiglia di Livorno ma dopo aver raccontato degli abusi subiti dal nonno, ex ammiraglio della Marina, gli assistenti sociali labronici la indirizzarono al Forteto.

Al suo arrivo, nel febbraio 1997, ha 16 anni ed è in stato interessante. Il padre di suo figlio è M.G., anche lui livornese: il tribunale dei minori, che segue la vicenda, accorda un incontro fra i due ogni lunedì. Ma stando dentro la comunità, Giulia viene stritolata dai suoi ingranaggi malati: la sua affidataria, Mariangela Bocchino (successivamente condannata a un anno), è un martello, ogni occasione è buona per mettere in cattiva luce il fidanzato o per negare Giulia al telefono. Viene convinta che l’amore “giusto” è quello omosessuale, così Giulia inizia una relazione con una ragazza, avallata, quella sì, da Fiesoli. Poi, quando un giorno stabilito per l’incontro, M.G. – che per raggiungere il Mugello cambiava tre treni –, ritarda a causa di uno sciopero, si sancisce la fine del fidanzamento. «La Bocchino mi diceva che mi aveva abbandonata. Così quando me lo ritrovai davanti, l’aggredii», racconta Giulia. M.G. non fa in tempo neppure a consegnarle l’anellino che le aveva portato in dono, per chiedere di sposarla e di tornare a Livorno dai familiari di lui pronti ad accogliere lei e il bimbo che nascerà.

Da questo punto in poi, la vita di Giulia è risucchiata nel vortice delle dinamiche perverse della comunità: partorisce guardata a vista e non le viene neanche permesso di allattare. Anzi, viene subito rispedita al caseificio a lavorare, mentre le altre donne fanno da mamma al piccolo. Daniele non ha un padre, fino a quando non lo decide il profeta.

E’ incredibile: lo stesso tribunale dei minori che mesi prima autorizzava i contatti tra lei e il padre naturale, sigilla la nuova paternità. Anni dopo, Giulia scapperà dal Forteto, ma senza suo figlio, che riuscirà a riavere solo nel 2012, dopo l’arresto di Fiesoli. La procura ha trasmesso gli atti al tribunale per avviare la pratica di disconoscimento, tutt’ora in corso tra bugie, accuse, prove del dna e i sentimenti di un 17enne che tre anni fa ha conosciuto il vero padre ma è pure affezionato all’altro. E, causa prescrizione, Giulia non ha potuto neanche costituirsi parte civile contro i 16 condannati per abusi e maltrattamenti.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro