Case della salute non siano scatole vuote

Giovanni

Pallanti

Giovedì scorso ho scritto sulla emergenza dei Pronto soccorso nel sistema sanitario italiano e toscano. Un sistema sanitario pubblico da salvaguardare come ricchezza etica, morale e materiale della repubblica.

Perché questo beneficio, che è raro anche nei Paesi occidentali, permanga, è necessaria una collaborazione tra la politica e la cultura medica, onde evitare sprechi e dispotismi clientelari.

Ieri, 28 dicembre, si è insediato il governo clinico della Toscana, che dovrebbe coadiuvare la politica regionale a fare scelte utili, buone e giuste per la sanità toscana. Il governo clinico della regione, che ha un ruolo consultivo, è presieduto dal professor Stefano Grifoni, uno dei maggiori esperti europei di organizzazione sanitaria e di metodologia clinica.

L’organismo è composto da quaranta sanitari responsabili di diverse discipline mediche.

Il problema che si pone adesso è comunque questo: per evitare sprechi o egoismi campanilistici, i pareri e i consigli del governo clinico della Toscana, verranno recepiti dalla giunta regionale? I primi scogli da affrontare saranno, quasi sicuramente, la riorganizzazione dei Pronto soccorso e la nascita delle Case della salute come presidi territoriali di piccole e medie urgenze.

In Lombardia hanno creato le Case della salute quasi completamente scoperte da personale medico.

E quindi ad oggi, praticamente inutili. Riuscirà la Toscana, con il contributo del governo clinico regionale, ad evitare che le Case della salute rimangano scatole vuote? Speriamo bene.

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