Il caro affitti svuota il centro. "Meglio lasciare i fondi liberi che a canoni ridotti"

Fuggono i negozi. "C’è troppa richiesta, i prezzi non possono scendere", dicono le agenzie immobiliari. E c’è chi acquista scommettendo sul ritorno dei turisti nel 2022

Firenze,  ragazza con cartello vendesi davanti a Ponte Vecchio

Firenze, ragazza con cartello vendesi davanti a Ponte Vecchio

Firenze, 2 marzo 2021 - Il mercato delle compravendite e locazioni commerciali è in grande fermento. Nel cuore del centro storico c’è chi lascia i fondi per gli affitti troppo alti e cessa l’attività o la riorganizza, ma anche chi investe, in attesa di poter guadagnare quando torneranno i turisti. Perché torneranno. Non sarà quest’anno, ma almeno nel 2022 i grandi flussi di turisti internazionali potranno con tutta probabilità tornare a visitare Firenze. Per questo, il prezzo degli affitti delle cosiddette ‘top location’, quelle situate in pieno centro storico, non scende. Anche perché spesso le mura sono proprietà di multinazionali o fondi immobiliari, che certo possono permettersi di stare un paio di anni alla finestra a osservare il ricambio dei loro inquilini.  

Per un marchio che se ne va, ce n’è, infatti, uno che torna. "C’è troppa richiesta, il prezzo non può scendere. E’ come cercare un fondo in via dei Condotti a Roma o in via Monte Napoleone a Milano", commenta Simone Beni, presidente di Fiaip Toscana, la Federazione italiana agenti immobiliari professionali. "Certo, questo succede nella Firenze patrimonio Unesco. Se ci si allarga ad altre zone, pur centrali, sono in tante le attività che hanno chiuso o dato disdetta del contratto o che sono riuscite a rinegoziare l’affitto". Il cuore di Firenze, però, non conosce crisi. "Ci sono molti investitori interessati, molti più che a Roma: grandi società e fondi che spendono decine di milioni senza battere ciglio per comprare le mura di immobili, che non si deprezzeranno mai e di conseguenza non scenderanno gli affitti", fa presente Arrigo Brandini, presidente provinciale di Fimaa, la Federazione italiana mediatori agenti d’affari di Confcommercio.  

«L’unica cosa che è cambiata, ed è positiva per chi subentra ad un’attività che se ne va, è il fatto che non c’è più da dare la cosiddetta buonuscita. Prima della pandemia – spiega Tommaso Birignani, consulente di Tecnocasa – trovare un fondo libero in via Roma, via Tornabuoni o via Por Santa Maria, non era possibile. Se un grande marchio voleva entrare in città, era costretto a pagare di più. Ora questo non succede".  

Così va il mercato che riguarda i circa trecento negozi che si trovano nel quadrilatero romano. Se ci si allarga comprendendo tutto il centro, ci sono almeno settemila fondi commerciali. In questo caso la situazione è diversa. Flessioni di prezzo degli affitti non si possono quantificare, spiega l’esperto di Tecnocasa, ma sicuramente gran parte dei proprietari è andato incontro alle attività in difficoltà. "Molti hanno rinegoziato le locazioni – fa presente Brignani – ma nonostante questo le imprese hanno chiuso o hanno dato disdetta. Solo le più solide resistono. Ci sono molti fondi sfitti e in alcune strade questo non accadeva da decenni: per un’attività che se ne andava ce n’era già un’altra pronta a entrare nel fondo lasciato dalla precedente". Secondo le previsioni, nel 2021 il mercato continuerà ad essere caratterizzato da un grande movimento, tra attività commerciali più grandi, che approfitteranno dei fondi lasciati liberi per avvicinarsi ancora di più al centro, e quelle più piccole, che invece non ce la faranno e ripiegheranno su un fondo in periferia o ridurranno il numero dei loro punti vendita o si reinventeranno per essere in grado di offrire un servizio su misura a una città almeno temporaneamente abbandonata dai turisti.  

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