Setta satanica, il capo "praticava riti vodoo per causare la morte"

Le testimonianze delle presunte vittime del 23enne accusato di riduzione o mantenimento in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile

Lo studente 23enne con una maschera

Lo studente 23enne con una maschera

Firenze, 4 giugno 2020 - Avrebbe praticato anche riti vodoo il 23enne di Prato arrestato ieri dalla polizia, in esecuzione di una misura di custodia cautelare ai domiciliari, con l'accusa di essersi posto a capo di una setta satanica e di aver abusato sessualmente di almeno 13 adepti. Per domani è fissato l'ìinterrogatorio di garanzia. Secondo quanto appreso, durante la perquisizione effettuata lo scorso febbraio nell'abitazione del giovane, gli agenti hanno sequestrato una bambola vodoo senza una gamba, oltre a una fiala di sangue finto, alcune capsule di polvere rossa, una bacinella e dei sali usati per i rituali.

La bambola, stando alle testimonianze dei seguaci del 23enne raccolte dalla polizia, sarebbe servita a provocare la morte della madre di una delle adepte, come richiesto al guru proprio dalla ragazza. Il rituale avvenne all'interno dell'auto del 23enne, alla presenza di alcuni seguaci. In base a quanto emerso dall'ordinanza ad accusare il giovane ci sarebbero le testimonianze delle presunte vittime che, scrive il gip, «appaiono univoche, precise, coerenti e vicendevolmente riscontrate». Vittime che spesso, nei loro racconti, fanno riferimento alle violenze sessuali che sarebbero state costrette a subire. In base alle indagini, coordinate dal pm Angela Pietroiusti, le violenze sessuali sarebbero partite nel 2015, quando il guru aveva solo 18 anni. Una delle vittime, 16enne, sarebbe stata costretta a subire rapporti quasi ogni giorno, per circa 3 anni.

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