Cannavacciuolo alla ricerca delle tre verità

"E quando non ci speravamo quasi più è avvenuto il miracolo: riapriamo al pubblico". Sospiro di sollievo di Giancarlo Mordini, direttore artistico del Teatro di Rifredi che in occasione del trentennale dalla sua creazione ripropone in scena uno dei testi più divertenti e amari della drammaturgia italiana, nonchè uno degli spettacoli più originali della produzione di Pupi e Fresedde. Trattasi de "Le tre verità di Cesira" di Manlio Santanelli, monologo comico e grottesco che vede protagonista Gennaro Cannavacciuolo, interprete nei panni di Cesira. Spettacolo che si potrà di persona, con pubblico distanziato e a norma, dalle 20 del 7, 8, 12, 13 e alle 16,30 del 9 maggio sul palcoscenico del Teatro di Rifredi. La protagonista, Cesira, è una venditrice di limonate nei vicoli della Napoli che racconta, ad uso e consumo di un supposto cameraman del “telegiornale”, tre diverse versioni per giustificare la presenza di un folto paio di virilissimi baffi 2. Tre racconti surreali, dove la comicità vira spesso verso il grottesco, aprendo squarci amari sulla verità. Ma quale verità? Verità pirandelliana dell’ambiguità del linguaggio e della comunicazione umana?

La particolarità della messa in scena consiste nell’aver affidato il personaggio della donna baffuta ad un interprete maschile, Cannavacciuolo, riconducendo questa Cesira nella galleria di ritratti di “mostri ermafroditi”, di “matrone virili” di cui è ricca la tradizione napoletana, dall’Opera Buffa fino ai De Simone, Ruccello e Moscato. Regia di Angelo Savelli. Da vedere.

Titti Giuliani Foti

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