Celle a bassa tensione, non si possono accendere i ventilatori a Sollicciano

La Regione pensa a lavori per l'efficientamento energetico del penitenziario. Il cappellano e i radicali: "Intanto si facciano arrivare i ventilatori, poi si vedrà dove e quando è possibile collocarli"

Un'immagine del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Un'immagine del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Firenze, 4 agosto 2017 - L'invio di cento ventilatori nel carcere di Sollicciano, per alleviare le pesanti condizioni di detenuti, agenti e operatori in questi giorni di grande caldo, non è fattibile. Infatti, secondo quanto riportato dall'agenzia Ansa, l'amministrazione carceraria avrebbe informato la Regione Toscana del fatto che le celle sono a bassa tensione e quindi l'impianto non reggerebbe il carico.

Nei giorni scorsi l'associazione radicale fiorentina "Andrea Tamburi" e il cappellano del carcere, Don Vincenzo Russo, avevano sollecitato interventi.  Ora la Regione starebbe pensando a predisporre per il futuro un piano per l'efficientamento energetico del penitenziario, attraverso l'assessorato all'ambiente.

Don Russo, però, chiede di non rinviare la soluzione troppo a lungo: "Intanto la Regione faccia arrivare i ventilatori, poi si facciano i lavori e quando tutto sarà pronto verranno accesi. Comunque, come Madonnina del Grappa, Curia di Firenze, e Serre Torregiani  offriamo al carcere tredici ventilatori con nebulizzatore, uno per ogni area di 'passeggio'. Abbiamo già fatto i calcoli e l'impianto può sostenerne il carico".

"Don Russo ha ragione _dice Massimo Lensi dell'associazione radicale 'Tamburi'_  i ventilatori devono essere consegnati il prima possibile al carcere in modo che sia la direzione autonomamente a decidere dove è possibile collocarli".

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