Caldo record in Italia, quello del 2022 è il più estremo e secco dal 1950

A dirlo è uno studio del Lamma. Gli anni più caldi, tra gennaio e giugno, sono quasi tutti posteriori al 1997

Firenze, 25 luglio 2022 - Un caldo record. Lo dice anche uno studio del Lamma, che evidenzia come “il 2022 si posizioni come anno caldo e secco, evidentemente ‘fuori scala’ rispetto agli altri 72 anni analizzati”.

“I primi 6 mesi del 2022 si configurano davvero come eccezionali per anomalia di precipitazioni e di temperatura, se paragonati all'andamento degli stessi parametri nel periodo gennaio giugno degli ultimi 70 anni”, evidenzia l’analisi. Nel grafico si può visualizzare l'andamento del clima in Italia dal 1950 al 2022 nel semestre gennaio-giugno.  

Clima, le quattro tipologie

Ogni anno viene classificato secondo i due parametri dell'anomalia di precipitazione e temperatura rispetto al periodo 1981-2010, evidenziando quattro tipologie di clima: caldo e secco, caldo e piovoso, fresco e secco e fresco e piovoso.

Ecco che gli anni più caldi, tra gennaio e giugno, sono quasi tutti posteriori al 1997, quelli più freddi invece cadono per la maggior parte nel periodo precedente.

Gli anni 2000 si contraddistinguono per una grande variabilità pluviometrica, cioè si osservano semestri con grande disponibilità idrica alternati a semestri molto secchi. Elemento costante, invece, sono le temperature quasi sempre superiori alla norma.

Poche piogge e temperature estreme

Nell'ultimo venticinquennio (periodo gennaio-giugno) gran parte degli anni affollano i quadranti superiori: "caldo-secco" e "caldo-piovoso". Negli anni precedenti, invece, gran parte di essi cade nel quadrante "fresco-piovoso", mentre quello "fresco-secco" risulta poco popolato. In tutto questo si nota il dato fuori scala rappresentato dal primo semestre 2022, che ha visto, ad oggi, la peggior concatenazione possibile tra scarsità di precipitazioni e temperature superiori alle medie.

In particolare, per il centro Italia, il 2022 (periodo gennaio-giugno), non è paragonabile a nessun altro anno sia in termini di anomalia termica che pluviometrica. Il 2003 si ‘mimetizza’ bene perché all'epoca il deficit idrico fu mitigato da buone precipitazioni sui versanti adriatici.