Calcio storico, Azzurri a rischio: "Falcidiati dalle squalifiche, crisi di organico"

La rissa Azzurri-Bianchi del 2017. La giustizia del calcio storico ha sostanzialmente confermato nel secondo grado di giudizio squalifiche e radiazioni

La protesta dei tifosi degli Azzurri (Giuseppe Cabras / New Press Photo)

La protesta dei tifosi degli Azzurri (Giuseppe Cabras / New Press Photo)

Firenze, 16 maggio 2018 - "Non vogliamo fare vittimismo ma qualcuno alimentò la tensione prima del match". Gli Azzurri del calcio storico spiegano le loro ragioni in una conferenza stampa. Dopo la gara dell'edizione 2017, quell'Azzurri-Bianchi che portò a caos e risse e conseguenti espulsioni e squalifiche, parlano di fronte ai giornalisti. Si sentono ingiustamente falcidiati.

Portando anche delle prove video a sostegno delle loro tesi. Parte Azzurra è in crisi, non ha abbastanza calcianti. O meglio, i 27 si raggiungono ma con difficoltà. Alla fine, per senso di attaccamento al calcio storico e ai colori, la squadra si farà. Ma il rischio che gli Azzurri non si presentassero c'è stato.

A spiegare la situazione, l'avvocato Giacomo Passigli, che ha presentato ricorso alla disciplinare per conto della Parte. Con lui anche Alessandro Dei, presidente degli Azzurri. La sentenza di secondo grado della giustizia del calcio storico ha sostanzialmente confermato le radiazioni e buona parte delle squalifiche. Passigli ritorna a quel giorno, a quella sfida, presentando tra l'altro un memoriale video di cosa secondo lui non è stato applicato a termini di regolamento nei confronti dei Bianchi

"Chiediamo che il Comune si sieda a un tavolo per rivedere in maniera chiara alcune situazioni della semifinale", dicono gli Azzurri. 

«Ci sono stati errori nell'arbitraggio e nella commissione disciplinare, e ci aspettiamo una presa di coscienza di quanto è avvenuto, se non oggi almeno in un secondo momento», ha anche affermato Dei aggiungendo che «da parte nostra abbiamo proseguito il lavoro e abbiamo presentato l'elenco dei 60 calcianti per il prossimo torneo, un segno di serietà e di rispetto verso la manifestazione, ma se non ci sono garanzie è difficile trovare chi è disposto a scendere in campo».

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