Inchiesta sulla Fondazione Open, caccia ai finanziatori

Da Noi Link e Festina Lente a Open. L’ascesa del leader iniziata nel 2007

Maria Elena Boschi con Alberto Bianchi alla prima del Maggio nel 2014

Maria Elena Boschi con Alberto Bianchi alla prima del Maggio nel 2014

Firenze, 28 novembre 2019 - C’è tutto un mondo intorno. Che cresce ogni giorno. E che spinge quell’«homo novus», presidente della Provincia ragazzo Matteo Renzi.

Siamo nel 2007. E, ancora, alle ambizioni, tempestate da una convinzione di ferro: scalare la politica, partendo da Firenze. Nel panorama politico nazionale nasce il Pd in cui si fonderanno (mai davvero) le anime Ds e Margherita.

Siamo a questo e al momento in cui si consolida il capitale umano, fatto di amicizie granitiche, che si occuperà di dare ossigeno alla corsa di Matteo Renzi. Perché la politica è in fermento: una parte del Paese sente l’urgenza di un rinnovamento della classe dirigente che non ha alcuna intenzione di mollare l’osso. Ma il presidente della Provincia ha tutte le caratteristiche del leader che si prepara, di lato, a prenderselo quell’osso. Senza chiedere permesso.

Nascono in questo momento e in questo periodo le associazioni Noi Link e Festina Lente. Che, sottoforma di erogazioni liberali, raccolgono i soldi necessari a sostenere le spese delle campagne elettorali che Renzi vincerà in sequenza: le primarie che gli permetteranno di correre alle elezioni comunali e diventare sindaco di Firenze nel 2009. Due i pilastri del fund rising al fianco di Renzi dal principio di tutto: Marco Carrai dal 2007, Alberto Bianchi dal 2009. Nel 2012 dalle ceneri delle associazioni nasce la fondazione Big Bang che poi diventa Open. Da lì ci saranno altre due campagne: nel 2012 e nel 2013, entrambe per la segreteria del Pd, che al secondo giro Renzi fa sua.

E’ interessante ripercorrere la storia di Noi Link, perché rappresenta l’inizio della raccolta fondi per l’uomo che si basta da solo e che per le campagne elettorali non ha bisogno del sostegno economico del partito, che non attinge ai rimborsi elettorali né ai fondi pubblici. E’ interessante perché è la filosofia che ispirerà il Big Bang e Open.

Chi c’è dentro Noi Link? Tra i soci fondatori, insieme a Marco Carrai e a suo fratello Stefano, ci sono Marco Seracini, nominato presidente della Asp Montedomini, Lucia De Siervo, ex capo di Gabinetto del sindaco e poi responsabile della direzione Cultura, l’allora assessore all’ambiente del Comune di Scandicci, Simona Bonafè, una delle tre moschettiere di Renzi nella campagna per le primarie, l’allora consigliere regionale Pd Nicola Danti, il presidente di Silfi Andrea Bacci. Quasi da subito a Firenze si scatena la ricerca dei finanziatori di Festina Lente e Noi Link. Dai banchi dell’opposizione in Palazzo Vecchio, alza la mano il capogruppo di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi, sostenendo che «servirebbe più trasparenza sui conti e sui finanziatori di Noi Link che dal 2007 al 2011 ha raccolto legittimamente 700mila euro». Soprattutto Grassi osserva che «tra i soci di Noi Link ci sono persone che poi hanno lavorato in Comune o nelle sue partecipate».

Poi la caccia ai finanziatori. Ma è la città intera che lo sostiene: individuato l’«homo novus», quando comincia l’arrembaggio al potere, quasi tutti gli stakeholder – i personaggi influenti in città – remano dalla sua parte. E ancora oggi Renzi a Firenze ha il suo zoccolo duro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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