Bullismo, "Studente fuori controllo. Era l’incubo dei compagni"

Il vicepreside dell’istituto superiore: situazione gravissima, è stato sospeso. I carabinieri aprono un’indagine sul 14enne

Un'aula

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Firenze, 24 aprile 2018 - Diciannove giorni a casa, lontano da quei compagni che ha messo in croce con atteggiamenti da bullo. La scuola, un istituto tecnico della periferia cittadina, ha usato (giustamente) il pugno di ferro contro quell’allievo terribile, che già aveva accumulato altri giorni di sospensione durante l’anno scolastico. Il bullo, che frequenta la prima classe, tempestava i compagni di telefonate anonime e faceva circolare nelle chat di scuola fotomontaggi poco lusinghieri. Una persecuzione. Ma alla fine le vittime si sono fatte coraggio e, cogliendo al balzo l’occasione di un incontro della Polizia postale nel loro istituto – proprio per sensibilizzare i ragazzi sulla piaga del bullismo e offrire loro delle soluzioni – hanno raccontato quelle settimane di soprusi e di angherie. Anche i loro genitori non ne potevano più: quelle telefonate avevano superato ogni limite. La risposta della scuola non si è fatta attendere. Immediatamente è stato convocato il consiglio d’istituto per affrontare la delicata vicenda, sulla quale stanno indagando i carabinieri, come fa sapere il preside.

«Un caso così grave non ci era mai capitato – dice il vicepreside –. Nella nostra scuola, composta quasi esclusivamente da maschi, capita che nel biennio i più deboli vengano presi di mira. Dallo sfottò ci vuole poco a passare agli atteggiamenti più gravi. Per questo, da sempre, cerchiamo di stroncare sul nascere il bullismo facendo prevenzione. E, quando succede qualcosa, siamo molto severi». Ora che il bullo è a casa, l’atmosfera in classe è decisamente più distesa. Anche i genitori sono contenti. La maxi-sospensione decisa dall’istituto li ha rincuorati, perché ha dato loro il segnale di un’istituzione presente, attenta a tutelare i suoi ragazzi. La speranza è che l’allievo, a dir poco turbolento, si ravveda. E che capisca quanto le sue prepotenze siano diventate un incubo per i compagni. Succede che, nelle scuole perlopiù maschili, ci siano quegli «atteggiamenti da caserma» che, in un periodo delicato come l’adolescenza, fanno più male di un cazzotto sferrato nello stomaco. Le ragazze, così sparute di numero, sono invece sempre «rispettate e coccolate». Anche nei confronti dei professori non è mai successo niente. «Un episodio isolato – ripete il vicepreside –. Da noi comunque fioccano sospensioni anche per cose ben più piccole».

Due-tre giorniI a casa per aver bestemmiato in classe. Idem per aver spaccato un vetro o per aver partecipato a una forca collettiva. Severità ai massimi livelli, ma qualcuno non deve averlo capito. Firenze, purtroppo, non è certo immune dal bullismo. È di un mese fa la notizia di uno studente disabile di un professionale dell’hinterland bersagliato di sputi e costretto ad inginocchiarsi di fronte ai bulli. Pochi giorni prima, un allievo di una scuola cittadina aveva tirato un pugno ad una professoressa, ‘rea’ di avergli chiesto di consegnare il cellulare.

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