Brozzi, seconda giovinezza La rinascita dei negozi già chiusi prima del Covid "Questa non è periferia"

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di Fabrizio Morviducci

"Per favore non chiamatela periferia". Se la vitalità di un quartiere, di un pezzo di città, dipende da quanto il commercio è in grado di rigenerarsi, la piazza di Brozzi e le strade vicine per Firenze sono un caso da studiare. Da prima del covid i fondi vuoti di questa zona hanno cominciato a riempirsi. Giovani tra i 20 e i 30 anni, alcuni con radici antiche nel quartiere sono tornati per avviare nuove attività. E si sono affiancati ad altri giovani che avevano puntato sulla zona anni addietro per uscire dagli affitti ‘d’oro’ di Firenze, e provare a svolgere la propria attività senza doversi svenare per pagare il ‘marchio’ centro storico. E così hanno scommesso su Brozzi, su questa zona carica di storia, ma negli anni uscita dalle rotte dei fiorentini, ma non da quelle degli aerei che ogni giorno atterrano a Peretola. E piano piano la stanno facendo rinascere. L’ultima arrivata, la più giovane, è Camilla Rossi, 20 anni, che ha aperto una tabaccheria in un fondo che era della sua famiglia. "Sono qui da maggio – racconta – mi trovo bene qui, i clienti ci sono. L’unico problema è che la sera, in particolare quando la temperatura cala, le persone escono poco di casa. Ma con gli altri commercianti proviamo a organizzare iniziative. L’unica cosa che chiedo è forse una maggiore sicurezza; il 30 settembre scorso a chiusura abbiamo subito una rapina, fortunatamente senza conseguenze".

Elena Zhang, 35 anni invece è qui da quindici anni. Gestisce con Bruno uno dei ristoranti di sushi più famosi di Firenze. Hanno fatto rinascere un vecchio cinema. "Abbiamo scelto questa zona – racconta – fu una scommessa. Piano piano Brozzi sta migliorando, anche grazie alle nuove energie. Anche noi ce la mettiamo tutta. E i risultati arrivano". Tre mesi fa, Leonardo Bertini, poco più che trentenne ha aperto il suo nuovo negozio di abbigliamento a pochi metri da Camilla. "Avevo bisogno di ingrandirmi – racconta – e ho trovato questo spazio che mi piaceva. Ero sempre in zona. L’ho scelta perché noi andiamo forte sui social, e ho clienti che arrivano da tutta Italia. Aprire un negozio non è mai facile, ma oggi grazie al web hai una vetrina aperta su tutto il mondo. Qui si sta bene, c’è posto per parcheggiare e i clienti che arrivano non devono impazzire come nel centro di Firenze. In più quando ho avuto bisogno di personale, ho assunto Chiara e Manuel (20 e 21 anni) che abitano proprio a due passi da qua".

Un’altra storia di quartiere è quella di Leonardo Ugolini, 29 anni. Fa il calzolaio, ma in laboratorio crea anche cinture, borse e altri accessori. "Ho imparato il mestiere in famiglia – racconta – uno dei miei maestri è stato uno zio che fa scarpe su misura in Oltrarno, da ragazzo ho imparato da lui. Questo fondo ha una storia, perché qui mio nonno riparava le scarpe e mia nonna vendeva i nuovi modelli. Sono arrivato nel quartiere per due motivi: il primo per avere un’attività mia, il secondo per farlo con un progetto sociale". Andrea e Francesco Palloni hanno rilevato il bar di famiglia dopo una parentesi di affidamento in gestioni. Il bar è in piazza di Brozzi dagli anni 30. "La piazza è migliorata – raccontano – ma servirebbero più attrazioni, più attività. Certo la situazione è migliorata, ma si può ancora fare meglio. Tutti insieme ci stiamo provando".

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