Bozzetto: "Il futuro è ancora del signor Rossi"

Incontro alla Manifattura Tabacchi con il grande regista di animazione. "Il politicamente corretto sta uccidendo la creatività"

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di Roberto Davide Papini

Bozzetto, come fanno i suoi lungometraggi a non invecchiare?

"Io cerco di non mettere mai delle situazioni troppo legate all’attualità, provo ad affrontare i problemi da molto lontano, come se si guardassero da un altro pianeta, e questo rende un film sempre attuale. Amore, guerra, il rapporto uomo natura, sono temi che non cambieranno mai molto, mentre se tu parli di fatti contingenti il film invecchia. In “Allegro non troppo“, poi, c’è la musica classica che dura di più di una musica moderna".

E’ appena stato celebrato dal Festival di Annecy. A livello internazionale lei continua a rappresentare l’animazione italiana dagli anni ’60 a oggi. Merito suo o demerito degli autori italiani?

"Credo di aver avuto fortuna nel precorrere i tempi, con le idee giuste per quei tempi. In Italia ci sono tanti bravissimi autori di animazione, non capisco perché si parli sempre di me. Forse perché ho girato il mondo e parlando inglese e francese ho conosciuto tanti autori. Poi proprio “Allegro non troppo“ mi ha fatto conoscere negli Usa e non solo. Ma soprattutto, ripeto, sono stato un precursore"

Perché?

"Perché sono stato il primo a fare film in animazione non per bambini, film satirici e di presa in giro della società. C’erano altri studi più grandi che facevano soldi con la pubblicità. Io ho creduto in questo mezzo per fare lungometraggi. Gli altri sono arrivati dopo".

Sta lavorando a una nuova serie del Signor Rossi, con la regia di suo figlio Andrea. A che punto siete?

"Andiamo avanti, la difficoltà è trovare un equilibrio tra chi vuole mantenere il personaggio classico e chi punta sull’innovazione".

Non ha mai pensato a fare un nuovo “Allegro non troppo“ unendo animazione, live action e musica classica?

"Sì, ma oggi proporre un nuovo progetto è molto complicato"

Perché?

"Tutto viene sezionato pezzo per pezzo, la creatività è limitata, abbiamo paura di ogni parola. Il politicamente corretto è la morte civile: quando vedi il Principe che bacia Biancaneve e scopri che non va bene, che non è corretto, è assurdo. Il politicamente corretto uccide libertà e creatività".

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