Boboli a pagamento, il caso alla Camera

La presidente della commissione cultura Di Giorgi (Pd): "Dobbiamo garantire il diritto dei cittadini ad avere un parco nel quartiere"

I residenti protestano per l'ingresso a pagamento nei weekend (foto Cabras/New Pressphoto)

I residenti protestano per l'ingresso a pagamento nei weekend (foto Cabras/New Pressphoto)

Firenze, 30 maggio 2021 - Le contraddizioni della burocrazia sul giardino di Boboli sbarcano anche in Parlamento. La presidente della Commissione Cultura della Camera, Rosa Maria Di Giorgi, ha già pronta una interrogazione parlamentare sulla questione. I fiorentini non pagano il biglietto di ingresso al giardino di Boboli (che è un museo statale) perché quell’area è l’unico spicchio di verde concesso ai residenti dell’Oltrarno. A maggior ragione dunque i fiorentini non dovrebbero pagare nemmeno la prenotazione che l’ultimo decreto del governo Draghi sulle riaperture post pandemia ha imposto nei fine settimana per gli ingressi nei musei che superino il milione di ingressi ogni anno. Lo scopo è quello, evidente, di poter controllare il numero di ingressi al fine di evitare possibili assembramenti.

Così, per colpa delle tutele contro il Covid che ancora limitano i nostri movimenti, ma anche della rigidità della burocrazia statale, i cittadini dell’Oltrarno e di Porta Romana da settimane per concedersi una passeggiata nel verde nei fine settimana devono rassegnarsi a pagare 3 euro per ogni ingresso, pardon, per ogni prenotazione obbligatoria che, oltretutto, deve anche essere effettuata con almeno 24 ore di anticipo. E come se non bastasse, sempre per ragioni di contenimento dei costi legati al post pandemia, gli ingressi di Porta Romana e via Romana (Palazzina Annalena), non sono ancora stati riaperti. Quindi l’unico ingresso è quello di piazza Pitti, non proprio il più comodo per raggiungere il ’prato delle colonne’ dove solitamente le mamme di Boboli portano i loro figli a respirare nel verde.

Nei giorni scorsi i residenti hanno protestato davanti ai cancelli chiusi di Boboli chiedendo che il loro diritto a un parco sempre accessibile nel quartiere fosse garantito. Eike Schmdt, direttore delle Gallerie degli Uffizi (di cui Boboli fa parte), però ha allargato le braccia: la disposizione è del governo, non si può fare niente.

Di fatto il pagamento della prenotazione (difficile da capire per un ingresso gratuito) è un precedente che potrebbe mettere a rischio il diritto dei cittadini. L’unica speranza è che le ormai prossime riaperture cancellino la nuova regola. "Da sempre il Giardino di Boboli è per gli abitanti dell’Oltrarno, non solo uno straordinario museo a cielo aperto, ma anche l’unico polmone verde – ha scritto l’onorevole Di Giorgi – nonostante i problemi oggettivi legati allo status del Giardino-museo, negli anni scorsi siamo sempre riusciti a trovare una soluzione perché i fiorentini possano godere del loro parco urbano. Ho ascoltato le ragioni dei cittadini del Quartiere e presenterò un’interrogazione parlamentare per trovare un metodo che permetta sempre sia la salvaguardia del bene ambientale, sia il mantenimento delle misure di sicurezza generate dalla pandemia, sia il diritto dei cittadini di godersi il giardino di Boboli".

FRATELLI D'ITALIA - "La decisione di mettere a pagamento - e con prenotazione obbligatoria - il Giardino di Boboli anche ai residenti di Firenze, è assurda". I consiglieri di FdI Alessandro Draghi e Jacopo Cellai presenteranno una risoluzione in consiglio comunale sul prpblema. "Il luogo non è solo l’unico polmone verde della città nel centro storico – aggiungono – ma anche il parco che bambini e anziani frequentano abitualmente per le passeggiate del fine settimana. Chiedere un ‘pedaggio’ pro capite diventerebbe una spesa ingiusta per le famiglie. Boboli è storicamente dei fiorentini e chiedere l’obolo è quanto di più assurdo si possa pensare. La protesta delle famiglie fiorentine che si sono ritrovate davanti all’ingresso, merita attenzione da parte del Comune".

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