Bimba intossicata dall’hashish. «I genitori si sono contraddetti»

La procura chiederà al giudice la nomina di un curatore speciale

Polizia (foto archivio)

Polizia (foto archivio)

Firenze, 20 novembre 2018 - Incongruenze ‘leggere’ nelle versioni dei fatti date alla polizia. Impercettibili ai più, non agli investigatori delle volanti. Il minimo segno d’incoerenza è sospetto. Specie in un caso delicato come quello della bambina di 20 mesi ricoverata venerdì notte al Meyer per intossicazione da sostanza cannabinoidi. La polizia è intervenuta all’1.50, su segnalazione dei medici, dopo l’allarme al 118 pervenuto poco oltre le 23, dopo i soccorsi, il trasferimento della piccola all’ospedalino, le prime cure e l’esame tossicologico.

«L’ha messa in bocca e ingerita raccogliendone un pezzetto da terra nel giardino di piazza delle Medaglie d’oro, tra via Baracca e via Allori», la prima spiegazione dei genitori. La versione, le versioni rese dai genitori, leggermente difformi, incoerenti, hanno reso necessario approfondire.

«Era insieme alla sorellina. Ha raccolto un pezzetto di roba da terra al giardino di piazza delle Medaglie d’oro, erano le 18 (col buio) e l’ha messo in bocca. Ho cercato di levarglielo» ha raccontato la mamma della bambina; «Mi sembrava una cicca di sigaretta», ha raccontato lui. Ancora: «Siamo tornati a casa, prima siamo passati a un Mc Donalds» ha riferito lei, circostanza invece dimenticata da lui. Entrambi: «Ho chiamato io il 118». Invece l’avrebbe chiamato lei. Sfumature. Ma che hanno indotto gli agenti delle volanti ad andare a farre un sopralluogo nel giardino di piazza delle Medaglie d’oro, a cercare grazie al fiuto prodigioso del cane antidroga eventuali microtracce di stupefacente del tipo di quella ingerita dalla piccola. E più tardi a casa dei gentitori. Dove, sabato sera, grazie al cane Amper, sono state riscontrate le tracce di hashish; residui sulla tavola, in cucina e soprattutto, in un grinder, conosciuto come macina erba, sminuzzatore o sbriciolatore: un piccolo dispositivo, in genere rotondo, formato da due parti complementari dotate all’interno di piccoli chiodi o dentini. La rotazione delle due metà che compongono il grinder serve a macinare vegetali, in genere la marijuana. Uno strumento, il grinder, comune, abituale tra i consumatori di droghe leggere. Queste le tracce che hanno portato alla denuncia a piede libero del padre della bambina, da parte della polizia, per violazione degli obblighi di assistenza familiare e lesioni personali colpose.

La procura chiederà al giudice per le indagini preliminari di nominare un curatore speciale che abbia facoltà di esercitare il diritto di querela nei confronti di uno o di entrambi i genitori della piccola. E’ il primo, logico sviluppo della vicenda dal punto di vista giudiziario. Purtroppo, come confermano studi, statistiche, notizie di cronache si tratta d’episodi molto più ricorrenti di quanto non si pensi. Con versioni e spiegazioni anche al limite dell’inverosimile. Da Milano, a Torino, via via giù lungo l’intera penisola. quella del pezzetto di droga raccolto e ingerito casualmente, è tra le più ricorrenti. Come un copione mandato a memoria da genitori ‘disattenti’ che si accorgono quasi subito se un piccolo ha inalato i fumi (gli effetti sono più immediati) o più tardi, se appunto la droga viene assunta per via orale.

g.sp.

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